Uno stallo che dura da circa trent’anni quello legato alla bonifica di Bagnoli, periferia occidentale di Napoli. Il sindaco di Napoli Gaetano Manfredi, nonché commissario straordinario per la bonifica della zona, ha presentato una relazione in cui si torna a discutere del processo di bonifica e di riqualificazione urbana.
E se il primo cittadino e la maggioranza rivendicano i risultati ottenuti nel biennio come la chiusura della stagione dei contenziosi, l’avvio e la conclusione di alcune gare per la bonifica di tutta la porzione terrestre dell’ex polo siderurgico, l’accordo per la realizzazione della rete elettrica, l’apertura delle strutture, come l’auditorium di Porta del Parco, i 450 milioni di euro disponibili per la bonifica sono terminati.
Per completare il processo di riqualificazione e bonifica servono ancora ingenti risorse economiche, per l’esattezza 1,2 miliardi di euro per realizzare le infrastrutture di servizio, il parco dello sport e, soprattutto, l’agognata bonifica del fondo marino. Solo per la bonifica del mare, infatti, occorrono 650 milioni di euro. “Si tratta della bonifica di un tratto di mare più grande che sia mai stata fatta in Europa.” – ha affermato Manfredi – illustrando anche cosa prevede il progetto per il waterfront: “L’eliminazione della colmata, poi una bonifica che viene realizzata sia sulla spiaggia che sul sottofondo, che prevede la rimozione del sottofondo marino per una certa profondità per garantire l’eliminazione degli strati superficiali. Poi si realizzerà una scogliera soffolta, che arriva a pelo d’acqua, circa all’altezza di dove oggi arriva la colmata, a una profondità di sette metri, per evitare che ci sia ricambio dei sedimenti marini”.
E mentre si discute sulla questione colmata, e cioè della sua rimozione totale o parziale per limitarne l’impatto, nel mare di Bagnoli sono impegnati i ricercatori della stazione zoologica Anton Dohrn per testare una decontaminazione attraverso microrganismi ed elettrodi che potrebbe consentire un abbattimento di costi.


