Si candiderà per un secondo mandato alla guida della Commissione europea, con il consenso del consiglio federale della Cdu, partito tedesco alla guida del partito popolare europeo.
Ursula von der Leyen, a 65 anni ha ottenuto una sua credibilità alla guida dell’esecutivo europeo. Ex ministra della Difesa, in pandemia ha sostenuto i paesi membri dell’Ue nella gestione delle emergenze economico-sanitarie; ha fronteggiato la crisi energetica, affrontando le sfide di due guerre ancora in atto: una tra Ucraina e Russia, e l’altra tra Israele e Palestina.
Dovrà però fare i conti con un eventuale ritorno alla casa bianca di Donald Trump che le rema contro e con le diffidenze dell’estrema destra.
“In questi cinque anni non solo è cresciuta la mia passione per l’Europa, ma anche la mia esperienza su quanto questa Europa può realizzare per i suoi cittadini. Un’Europa che dovrà essere meno green ma con più armi”, queste le ultime dichiarazioni che confermano l’intenzione della leader di puntare ad una coalizione che la veda a capo dell’Europa da difendere.
Tale posizione conferma quanto già realizzato in passato dalla presidente che in una visita in India nel 2015, sostenne un progetto avviato dal governo indiano per la costruzione di sei sottomarini tedeschi TKMS, per un costo totale di 11 miliardi di dollari. Ursula promosse anche le decisioni del governo tedesco di esportare armi in Arabia Saudita e Turchia. Recentemente ha anche caldeggiato il diritto di Israele a difendersi da Hamas, senza sottolineare che una risposta militare dello Stato ebraico fosse vincolata dal diritto internazionale.
Se da un lato la presidente Ue punta ad una “Difesa” più capillare, dall’altro è al lavoro con gli agricoltori per la protesta vigente che li vede coinvolti in tutta Europa. In quest’ottica è impegnata per ottenere la neutralità climatica nel 2050, in accordo con gli altri 27 Paesi membri.
Alla plenaria di Strasburgo Von der Leyen cercherà di affrontare tre sfide: lavoro, inflazione e contesto imprenditoriale, per non restare indietro sui mercati globali.
La transizione ecologica del Green Deal europeo resta l’ago della bilancia su cui fondare un dialogo che non metta in discussione l’operato da lei raggiunto fin qui.
Altro discorso è quello del versante migranti, su cui Von der Leyen ha dibattuto fino alla fine del 2023. Per la tutela dei paesi accoglienti ed il contrasto al traffico di vite umane, nonchè della sicurezza, la presidente ha inteso sospendere gli accordi di esenzione o facilitazione del visto con i Paesi terzi nel caso di minacce ibride.
Con queste carte considerate vincenti per la maggioranza dei capi di Stato che credono in un suo secondo mandato, Ursula tenta l’operazione Merkel, alla quale si diede fiducia sulla base di una conoscenza reciproca di operato di stabilità per l’Europa intera.