Scemano le speranze per un cessate il fuoco temporaneo a Gaza entro la giornata di lunedì.
Ad affievolire le speranze l’ultimo massacro di palestinesi avvenuto durante la distribuzione nella Striscia di aiuti umanitari che ha portato alla morte più di 100 persone.
Le versioni che riguardano l’accaduto sono ancora contrastanti: gli israeliani, in un primo momento, hanno confermato che le truppe hanno sparato sulla folla, credendo che “rappresentasse una minaccia” dato l’eccessivo avvicinamento ai loro carri armati e temendo un saccheggio di attrezzature, per poi negare di aver esploso un singolo colpo e attribuendo il numero di morti alla calca venutasi a creare nei pressi dei camion di aiuti.
Quello che è certo e che la carneficina è scoppiata quando le persone, alla ricerca disperata di cibo, si sono precipitate verso i camion degli aiuti umanitari.
I morti e i feriti sono stati trasportati nei pochi ospedali funzionanti della città che, ovviamente, non sono più in grado di gestire il numero di afflusso.
Sull’accaduto si è espresso anche il ministro della Sanità Ashraf al-Qudra che ha puntato il dito contro le “forze di occupazione che hanno preso di mira un raduno di cittadini”.
Anche senza un conteggio ufficiale si stima che, dall’inizio del conflitto, i morti nella Striscia supererebbero i 30.000.
Un tragico bilancio che sconvolge anche il segretario generale dell’Onu Antonio Guterres che, ovviamente, ha prontamente condannato l’ultimo triste accadimento.
“I civili a Gaza – ha aggiunto – hanno bisogno di aiuto urgente, inclusi quelli che si trovano nel nord assediato, dove le Nazioni Unite da più di una settimana non possono consegnare gli aiuti”. Guterres ha ribadito il suo appello a un “immediato cessate il fuoco e al rilascio incondizionato di tutti gli ostaggi”.


