Momento rivoluzionario per le donne francesi che trovano ascolto nel mondo della politica. La Francia è il primo Paese ad inserire l’interruzione volontaria della gravidanza in Costituzione.
Alla reggia di Versailles deputati e senatori lo hanno stabilito con la maggioranza del 60%. Hanno accolto così la proposta del governo Macron per la “libertà garantita” di abortire. Al via la riforma che inserirà nell’articolo 34 della Costituzione la frase “La legge determina le condizioni in cui si esercita la libertà garantita per la donna di ricorrere all’interruzione volontaria della gravidanza”.
Il diritto all’aborto arriva a cavallo della giornata internazionale della donne, che sarà celebrata l’8 marzo. Trova pieno sostegno nel Senato, che lo accoglie con 267 voti a favore, contro i 50 contrari.
“In un momento in cui i diritti della donna sono minacciati in tutto il mondo”, ha osservato il premier francese, Gabriel Attal, “la Francia si alza e si pone all’avanguardia del progresso”.
Rappresenta la prima disposizione costituzionale esplicitata in Europa e nel mondo. Anche il Center for Reproductive Rights, organizzazione americana che difende il diritto all’aborto negli Stati Uniti, saluta la riforma con gioia, come risultato di una lunga battaglia politica portata avanti insieme alle associazioni femministe.
La storia francese ci insegna che la politica può e deve credere nelle donne. L’aborto è stato legalizzato nel Paese nel 1975, quattro anni dopo l’appello shock in cui 343 donne, tra cui le attrici Jeanne Moreau e Catherine Deneuve e le scrittrici Simone de Beauvoir, Marguerite Duras e Françoise Sagan, rivelarono di aver scelto l’interruzione di gravidanza. Ora è parte della Costituzione d’Oltralpe, come Diritto con la maiuscola.


