Improvvisamente, la vita ha il passo di carica degli scatti bruschi, dei sobbalzi.
E’ una parola che è anche una espressione, che deriva dal “res inter alios acta” della Lingua Latina, o anche inter res acta, utilizzata per indicare gli accordi, o meglio i negozi (res), fatti tra, in mezzo, ad altri negozi. Quindi si tratta di una specie di intrusione, e proprio tale è l’ambito dove si usa dire proprio così, come dal legare le parole della locuzione latina.
E mi fa pensare a quanto nella vita possa tanto possa apparire all’improvviso, con la differenza che la parola italiana indica semplicemente ciò che non è previsto.
A me non può che far venire in mente una cantilena, vecchia come il pensiero di una nonna in una stanza illuminata proprio da un fuoco, che al bussare l’uscio rispondeva all’“é permesso?” con un sardonico “avanti chi è fesso”, ma continuando il dialogo con un “fesso non sono e passo lo stesso” terminava con il lapidario “chi è deritto, trase e zitto”. Una formula che più di una raccomandazione è una sentenza, che fa il paio con un modus vivendi che cerco di tenere sempre a mente. Come tra le ante di un uscio socchiuso, una occasione che si palesa veloce, una strada preferenziale che appare in un baleno per seguire l’istinto e la propria natura. Che è una facoltà, una scelta, che abbiamo davanti ogni momento e che ogni giorni ci si presenta e che sta a noi decidere se prenderla, senza chiedere il permesso a niente e nessuno e che con semplicità ma decisione non dobbiamo che accettare. All’intrasatto.
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