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Pubblica Sicurezza

Dati Inail 2022 su infortuni e malattie professionali

Sono disponibili nella sezione Open Date del sito Inail i dati delle denunce di infortunio e di malattie professionali presentate all’Istituto entro il mese di dicembre. Pubblicate anche le tabelle con i dati aggregati (dicembre 2021 vs dicembre 2022), (gennaio-dicembre 2021 vs gennaio-dicembre 2022).

I dati sono provvisori, il confronto va accurato, soprattutto in merito all’andamento degli infortuni mortali.

Per riuscire a quantificare il fenomeno, avvero i casi accertati dall’Inail, bisogna attendere il consolidamento del 2022, ovvero, la conclusione dell’iter amministrativo e sanitario (n particolare di quelle con esito mortale e da contagio da Covid-19).

Detto ciò, nel 2022, si è registrato, rispetto al 2021, un netto aumento delle denunce di infortunio, dovute soprattutto al Covid-19.

Sono pervenute all’Inail, nello scorso mese di dicembre, 697.773 denunce di infortuni sul lavoro, un aumento del 25,7% a fronte delle 555.263 del 2021 (+25,9% rispetto alle 554.340 del periodo gennaio-dicembre 2020 e +8,7% rispetto alle 641.638 del periodo gennaio-dicembre 2019).

I Dati sugli infortuni:

+24,5% nella gestione Industria e servizi (dai 464.401 casi del 2021 ai 578.340 del 2022), un -3,6% in Agricoltura (da 26.962 a 25.999) e un +46,3% nel Conto Stato (da 63.873 a 93.434). Si notano incrementi generalizzati degli infortuni in occasione di lavoro in quasi tutti i settori, Sanità e assistenza sociale (+113,1%), Trasporto e magazzinaggio (+79,3%), Attività dei servizi di alloggio e di ristorazione (+55,2%) e nell’Amministrazione pubblica, che comprende le attività degli organismi preposti alla sanità – Asl – e gli amministratori regionali, provinciali e comunali (+54,8%).

Denunce mortali:

All’Istituto sono pervenute 1.090, 131 denunce in meno rispetto alle 1.221 registrate nel 2021 (-10,7%).

Per un confronto più oculato si dovrà attendere la Relazione di metà anno dell’Inail, con l’aggiornamento che va dal 2018-2022 al 30 aprile 2023.

Malattie professionali:

Nel 2022 sono state protocollate dall’Istituto 60.774 denunce, in aumento di 5.486 casi (+9,9) rispetto al 2021 (15.751 casi in più, per un incremento percentuale del 35,0% rispetto al 2020, e 536 casi in meno, con una riduzione dello 0,9%, rispetto al 2019).

Un quadro generale evidenzia 4.472 denunce di malattie professionali in più da 40.387 a 44.859 (+11,1%), e 1.014 in più per le lavoratrici, da 14.901 a 15.915 (+6,8%).

Il nuovo bollettino trimestrale:

E’ disponibile, sul sito dell’Istituto, anche il nuovo bollettino trimestrale sulle denunce di infortunio e malattia professionale, che esamina l’andamento del fenomeno infortunistico e tecnopatico rilevato tra gennaio e dicembre, confrontato con l’analogo periodo del 2021.

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Pubblica Sicurezza

Macchine ed attrezzature agricole, scopriamo gli effetti e le vibrazioni che arrivano all’operatore

Parliamo oggi del “rischio delle vibrazioni”, nello specifico, di quelle trasmesse al sedile dell’operatore di una macchina agricola. Il livello di vibrazioni può essere modificato dalla presenza di macchine operatrici collegate al trattore stesso.

Lo ricorda un documento prodotto dal Dipartimento di medicina, epidemiologia, igiene del lavoro e ambientale dell’Inail, “Progettazione acustica e vibratoria di macchine e attrezzature per uso agricolo: Manuale operativo”.

Tale manuale, tende a favorire la comprensione dele sorgenti più significative e delle combinazioni attrezzatura – trattore, ovvero, quello che espone a maggiori rischi l’operatore.

Gli argomenti da prendere in considerazione sono tre: 1 – Effetto della presenza di una macchina operatrice sulle vibrazioni; 2 Macchina operatrice e le vibrazioni; 3 Modifiche alle macchine operatrici per la riduzione delle vibrazioni.

1. In generale, con le macchine operatrici, la posizione del baricentro della macchina agricola potrebbe spostarsi significativamente dalla posizione ideale del trattore, pertanto, è opportuno calcolare la trasmissibilità tra le ruote del trattore e il sedile in presenza di macchine operatrici, in modo da calcolare l’impatto sulla trasmissione delle vibrazioni.

2. Gli effetti di una macchina operatrice si soffermano anche su due aspetti: contrappeso anteriore per macchine portate posteriori ed effetto di una macchina operatrice sulle accelerazioni trasmesse all’operatore.

Nel caso in cui venga collegata al trattore una macchina operatrice portata posteriore di massa rilevante, viene applicato un contrappeso sull’attacco a tre punti anteriore. Il contrappeso, modifica nuovamente la distribuzione di massa ed è quindi opportuno verificarne l’effetto sulla trasmissibilità tra le ruote del trattore e il sedile dell’operatore.

Nel secondo caso, ovvero l’effetto di una macchina operatrice sulle accelerazioni trasmesse all’operatore, è possibile analizzare gli effetti delle diverse condizioni operative e delle diverse configurazioni della macchina agricola.

Veniamo ora, alle modifiche delle macchine operatrici per la riduzione delle vibrazioni.

Nel documento, si legge che nonostante l’estrema varietà delle macchine operatrici esistenti, è comunque possibile fornire delle indicazioni generali. Lo studio dell’inertenza (misura dell’attitudine di una struttura a mettersi in vibrazione a seguito dell’applicazione di una forza) permette di individuare le bande di frequenza più critiche, ove, le sollecitazioni possono essere amplificate o non attenuate. E’ importante quindi, intervenire sulla via di trasmissione o sulla causa delle vibrazioni; sulla via di trasmissione si può introdurre una sospensione tra la sorgente ed il telaio della macchina operatrice, nel secondo caso, si possono bilanciare gli organi in movimento, regolarizzandone il movimento ed evitando giochi elevati nei collegamenti.

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Pubblica Sicurezza

Rischi psicosociali e stress sul lavoro, cosa dice la normativa

Guerre, cambiamenti climatici ed emergenze sanitarie, hanno portato inevitabilmente a rivedere gli assetti sociali ed organizzativi nel mondo del lavoro. Molteplici sono gli interventi di supporto da attuare, non solo per i singoli lavoratori, ma anche per l’insieme delle maestranze in merito alla gestione dello stress sul posto di lavoro.

L’Organizzazione mondiale della Sanità, ha a cuore queste tematiche, ovvero la prevenzione delle condizioni di salute mentale e la gestione dei rischi psicosociali annessi, per questo, raccomandano ai datori, interventi specifici, atti a migliorare le condizioni, sia lavorative che ambientali.

Lo ricorda a chiare lettere un documento redatto dal gruppo di lavoro sullo stress lavoro correlato (Slc) attivato nel 2014 dalla Consulta Interassociativa Italiana per la Prevenzione e coordinato da Antonia Ballottin, il cui titolo “Primo documento di consenso. Dallo stress lavoro correlato alla prevenzione dei rischi psicosociali”, con specifico riferimento alla tematica delle violenze e delle molestie sul lavoro.

In merito alla problematica, gestione dello stress lavoro correlato e prevenzione dei rischi psicosociali, l’articolo 28 del D.Lgs. 81/08, ricorda che è in vigore per tutte le aziende italiane l’obbligo di valutare il rischio da stress correlato al lavoro, secondo le indicazioni metodologiche della Commissione consultiva permanente.

Tale monitoraggio ha sottolineato e confermato “l’efficacia della metodologia introdotta dalla Commissione Consultiva e promosso l’utilizzo della valutazione approfondita come strategia di coinvolgimento dei lavoratori nell’identificazione delle condizioni di stress e strumento di verifica della valutazione preliminare”.

Perplessità sussistono invece, sull’efficacia del metodo di valutazione in Italia (rischio stress lavoro), in merito alla limitata o mancata cultura del benessere, adozione dell’Accodo Quadro SLC come strategia di miglioramento dell’efficienza delle aziende, valorizzazione delle competenze, conoscenze interne all’impresa e frequente affidamento ad esterni della Vdr, attivazione di strumenti di ascolto e partecipazione informata e formata di lavoratori e Rls, coinvolgimento dei medici competenti, corretta identificazione ed analisi per gruppi omogenei, aspecificità, mancato coinvolgimento degli Rls, attenzione ai problemi man mano rilevati e scarsa attitudine alle soluzioni e attenzione agli aspetti di progettazione, organizzazione, gestione del lavoro e predilezione per interventi di prevenzione rivolti al singolo ed al sostegno delle sue capacità di far fronte allo stress.

I fattori di rischio psicosociale, comprendono tutte le condizioni, ponendo le attenzioni sugli aspetti organizzativi, progettuali e gestionali del lavoro.

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Lavoro & PrevidenzaPubblica Sicurezza

Sicurezza e Sanità: intervista a Francesco Campanella, responsabile sezione supporto tecnico Inail

Il tema della sicurezza sul lavoro è vasto e delicato. Questa problematica è associata erronemaente solo ad aziende, imprese o fabbriche, ci si limita a pensare che solo l’operaio possa incappare o subire un infortunio sul posto di lavoro. Un connubio da molti sottovalutato è quello tra Sanità e Sicurezza, argomento che merita un’ampia riflessione.

Per fare chiarezza e dipanare i dubbi sulla questione, abbiamo incontrato ed intervistato, il dottor Francesco Campanella, Responsabile della Sezione di supporto tecnico dell’Inail, esperto in materia di radiazioni.

Clicca su Yotube per guardare l’intervista oppure vai alla pagina Facebook di Pubblica Now

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Pubblica Sicurezza

Infortuni settore energia, ecco i dati dell’Inail

L’Inail ha dedicato un approfondimento al settore dell’energia, fondamentale per lo svolgimento di qualsiasi attività economica, ormai fulcro del dibattito a livello globale a seguito delle conseguenze provocate dal conflitto in Ucraina. Erano circa 4mila le aziende che nel 2021 erano assicurate con l’Inail, parliamo di 117mila addetti, l’84% occupati nella fornitura di energia elettrica, il 12% per il gas e il 4% per vapore e aria condizionata.

Dal 2017 al 2021, sono circa 5mila gli infortuni denunciati, due terzi si occupavano della trasmissione, produzione e distribuzione di elettricità. Questo settore, riguarda particolarmente gli uomini, le professioni più coinvolte sono quelle degli elettricisti, ovvero, manutentori, installatori di impianti e riparatori di linee elettriche. Nel quinquennio sopra indicato, sono stati 18 i casi mortali denunciati, di cui 10 riguardavano lavoratori tra i 49 ed i 59 anni e 5 quelli tra 60 e 65 anni.

Gli infortuni sono molteplici e svariati, anche le cause, come impianti che non presentano sufficiente protezione da folgorazione, cavi sotto tensione non isolati o non segnalati. Sui 2.739 casi conclamati, un terzo ha causato lussazioni, un quarto delle contusioni e un sesto, fratture.

Un ulteriore focus è stato dedicato alla normativa che regola il settore degli impianti a rischio di incidente rilevante, tra cui le raffinerie oppure i depositi di Gpl o gas naturale con stoccaggio superiore a 50 tonnellate. Dopo il nefasto incidente de Seveso, risalente al 1976, la Comunità eurropea decise di adottare un politica comune per evitare e scongiurare altre tragedie simili.

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Pubblica SicurezzaRubriche

Formazione sincrona e asincrona, ecco le differenze

Oggi andremo a spiegare le differenze tra formazione sincrona e formazione asincrona, in ambedue i casi, specifichiamo che si tratta di formazione online. A livello normativo, per quanto concerne la formazione sulla sicurezza e salute sul lavoro, ad oggi, in Italia, sia la formazione in aula che quella in videoconferenza sono equiparate. Entrando nello specifico, si può dedurre che:

La modalità sincrona, altro non è che l’erogazione del corso trasmesso in streaming, mediante un canale di comunicazione audiovisivo, i fruitori seguono la lezione in diretta, con possibilità di interloquire con docenti ed altri destinatari.

La modalità asincrona è utilizzata invece per la diffusione dei corsi e-learning. L’interessato può usufruire sia del corso che del materiale in qualsiasi momento, ma non può interagire con il docente in tempo reale.

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