Non si sono accorti dell’infezione al cuore. La perizia medico-legale sul corpo del giornalista Andrea Purgatori mette con le spalle al muro i medici che lo hanno preso in cura. La diagnosi che lo ha portato alla morte sarebbe stata dunque sbagliata. Un antibiotico avrebbe potuto salvarlo. È questo che emerge dal quadro clinico che punta il dito a sviste e negligenze.
Il decesso del giornalista scomparso per endocardite non diagnosticata il 19 luglio 2023 ha dato ragione ai familiari di Purgatori che hanno presentato un esposto alla Procura di Roma contro i quattro medici che hanno avuto in cura il giornalista poco prima della morte, a Villa Margherita.
Prescrizioni omesse, così come mancati accertamenti clinici o infezioni, segnalano cattive pratiche cliniche che aprono un’ampia discussione sulla malasanità, di cui sarebbe morto Purgatori.
In Italia, secondo i dati disponibili, nel 2023 sono stati denunciati circa 300.000 casi di malasanità, di cui circa 35.000 conclusi con richiesta di risarcimento danni. Si tratta di errori medici che hanno un costo significativo soprattutto per la vita del paziente, spesso messa a rischio con lesioni fisiche permanenti, disabilità, danni psicologici, fino alla morte. Ed hanno un prezzo alto sia per il paziente che per i propri cari, senza escludere il costo per il sistema sanitario italiano, stimato in circa 22,5 milioni di euro all’anno.
Errori umani, diagnostici, terapeutici, organizzativi e di comunicazione, avvengono prevalentemente in reparti di Ortopedia e Traumatologia (20,3%), Chirurgia Generale (16,4%), Ginecologia e Ostetricia (13,5%), Anestesia e Rianimazione (11,7%), Medicina Interna (10,2%).
- Su tutti gli errori umani hanno la loro rilevanza. Possono essere causati da fattori tanto di stress e distrazione, quanto da mancanza di formazione o di risorse.
- Perfino l’obsolescenza degli edifici o il sovraffollamento della struttura può aumentare il rischio di errori.
- Per questo il governo italiano con l’introduzione della legge 24/2023, ha introdotto l’accertamento tecnico preventivo obbligatorio (ATP) in caso di denuncia di malasanità, insieme ad un fondo di garanzia per risarcimento danni da responsabilità sanitaria e a sanzioni per le strutture sanitarie che non adottano misure di prevenzione della malasanità.
Il caso Purgatori è sintomatico di quanto occorra essere vigili in ambito sanitario, per evitare danni fatali. Monitoraggio e qualità delle cure devono essere alla base della prevenzione di malasanità. In assenza di sicurezza gli italiani restano spesso sfiduciati. Il 60% di un campione di riferimento scomodato per vagliare la fiducia nella sanità dello stivale, dà la responsabilità del mal funzionamento sanitario in primis allo Stato (60%), ma anche alle Regioni (49%).
Il nesso causale tra il comportamento dei sanitari e l’evento dannoso deve dunque fondarsi sulla conoscenza dei propri diritti come paziente, per imparare a difendersi nel caso in cui si possa incorrere in malasanità.