Europee sempre più vicine, ma il dilemma è capire chi tra i leader italiani si candiderà. Se Matteo Renzi già ha assicurato la sua discesa in campo, diversamente Salvini e Conte hanno scelto di non partecipare alla gara elettorale. Antonio Tajani, da parte sua intende scendere in campo. Motiverà la sua decisione in occasione del consiglio nazionale di Forza Italia che si terrà il 20 aprile.
Sempre più vicina alla candidatura anche la premier Giorgia Meloni, che potrebbe presentarsi come capolista in tutte le circoscrizioni. Lo aveva annunciato fin dal primo momento e molto probabilmente il 9 giugno cercherà di concorrere per i vertici europei. Questo comporterebbe un aumento di consensi per Fratelli d’Italia, qualificandosi come mossa politica strategica soprattutto da un punto di vista di peso politico in Italia.
Lo stesso vale per il PD, la cui segretaria Elly Schlein attende di incontrare i suoi tra il 15 e 19 aprile, per poi sciogliere la riserva sulle sue intenzioni. Concorrerebbe come capolista, consentendo anche a Verdi-Sinistra di trarre beneficio dalla sua scelta, passando così dal 3,5% al 4%.
Le candidature non mirano semplicemente ad avere un seggio in Europa, anche perchè nessuno dei leader italiani dirà addio al suo incarico nel Paese. Intendono far misurare i partiti con il sistema proporzionale, portando più voti agli stessi.
Fratelli d’Italia passerebbe dal 28 al 32%, mentre il Pd dal 19,5 al 20%. La Lega conseguentemente scenderebbe dall’8 al 6,5%, Forza Italia passerebbe dal 7 al 6,5% e Noi Moderati che calerebbe dal 2 all’1,5%. Tutto l’assetto vigente si riposizionerebbe e la candidatura europea fungerebbe da vero lancio di dadi per le coalizioni italiane.