Il capolavoro di Leonardo da Vinci, La Gioconda, è il quadro del mistero in ogni senso. A partire dal famoso sorriso enigmatico di Monna Lisa, tante sono le ipotesi avanzate sul dipinto che questa volta coinvolge lo sfondo del quadro.
Il biografo della storia dell’arte Giorgio Vasari, ricollegò la figura della donna alla moda nella moglie di Francesco del Giocondo, Lisa Gherardini, divenuta dal 1504 in poi, esempio di ritrattistica pittorica a livello universale.
Analizzata nel 2017 dai ricercatori dell’Università di Friburgo in Germania, per stabilire quale espressione si celasse dietro il sorriso enigmatico, Lisa venne ritenuta “felice”.
Per alcuni ricercatori canadesi la dama cinquecentesca abbozzava un sorriso per esprimere la gioia di una recente maternità.
Gli studiosi Pascal Cotte e Lionel Simonot rivelarono l’uso della tecnica dello spolvero per la realizzazione del quadro. A lasciarlo intuire fu la scoperta di una forcina per capelli che indicava la tendenza seguita da Monna Lisa: quella della moda spagnola con velo in testa.
La sua mano destra posta sulla sinistra è simbolo di fedeltà matrimoniale; l’abito con velo nero indica la moda ‘alla spagnola’. Per alcuni ricercatori Leonardo avrebbe disegnato una donna più ricca del dovuto. In tanti hanno definito immaginario il paesaggio italiano su cui si staglia la figura della donna più famosa al mondo, esposta al Louvre di Parigi.
Su quest’ultimo aspetto si è concentrata ora una geologa e storica dell’arte rinascimentale, Ann Pizzorusso, attiva tra l’Italia e New York, che ha riconosciuto nel quadro caratteristiche di Lecco, sulle rive del Lago di Como, in Lombardi. L’accostamento tra ponte, catena montuosa e lago, sarebbero ascrivibili al ponte Azzone Visconti di Lecco del XIV secolo, alle Alpi sud-occidentali e al lago di Garlate, a sud del lago di Como.
La storica ipotizza che Leonardo 500 anni fa avesse visitato questo luogo, per poi dipingerlo. Al ‘The Guardian’ parla di “colpa di fortuna” nella scoperta, che potrebbe essere verosimile.


