Ustica, Mattarella ricorda la strage di dimensioni immani

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Quarantaquattro anni di ricordi nefasti del disastro aereo avvenuto nel cielo di Ustica. Sergio Mattarella richiama alla memoria italiana la strage di dimensioni immani che vide uccise 81 persone a bordo del DC9 in volo da Bologna a Palermo.

Nel giorno dell’anniversario, desidero anzitutto rinnovare i sensi di una profonda solidarietà ai familiari delle vittime, che non si sono arresi davanti a opacità, ostacoli, distorsioni e hanno sempre cercato, pur in condizione di umana sofferenza, di fare luce sulle circostanze e le responsabilità della tragedia. La loro opera, unita a quella di uomini dello Stato che hanno compiuto con capacità e dedizione il loro dovere, ha contribuito a diradare nebbie e a ricostruire lo scenario di quel tragico evento”, ribadisce il Capo dello Stato.

Sulla ricostruzione della verità intende dunque chiedere aiuti ai Paesi amici.

Il Museo per la Memoria di Ustica, aperto a Bologna, è una traccia persistente della stage avvenuta il 27 giugno 1980, ma poco si sa sulla responsabilità dell’incidente.

Erano le 20:59 e nel tratto compreso tra le isole italiane di Ponza ed Ustica, l’aereo della compagnia Itavia partito dall’aeroporto Guglielmo Marconi di Bologna, non arrivò all’aeroporto di Palermo dove era diretto.

La partenza per le 18:15, fu posticipata di quasi due ore a causa di una tempesta su Bologna. L’aereo perse contatto radio ed il traffico aereo che lo riguardava risultò impossibile. L’aereomobile cadde nel mar Tirreno meridionale e fu ritrovato spezzato in fondo al mare, da cui fu recuperato. Morirono tutti gli 81 occupanti e quello di Ustica venne catalogato come il quarto disastro aereo italiano per numero di vittime.

La dinamica dell’incidente non risultò chiara, nemmeno anni dopo. Tra le ipotesi si parlò di coinvolgimento internazionale francese, libico o statunitense, di aeromobile bersagliato per errore da un missile lanciato da un caccia francese o NATO per colpire le forze aeree libiche. Ma questa propensione, 44 anni dopo è rimasta solo una ipotesi e non verità, che adesso Mattarella rivendica a nome dell’Italia.

Pina Stendardo
Pina Stendardo
Giornalista attenta ai fermenti quotidiani, raccontati con umanità. Convinta che scrivere sia un atto d’amore e responsabilità, ama divulgare il bello dell’Arte e del sociale, proponendo una narrazione alternativa sullo spaccato culturale.

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