Si intrica la vicenda di Giulia Cecchettin che direttamente o indirettamente, sta ribaltando il terreno su cui si radicava il ruolo maschile evidenziandone la grande responsabilità nella violenza usata contro le donne. Dopo gli innumerevoli interrogativi sorti sul comportamento dell’assassino Filippo Turetta, anche l’avvocato di famiglia, Emanuele Compagno arriva nell’occhio del ciclone quale degno rappresentante di una mentalità sbagliata, relativa all’immagine delle donne nella nostra società.
Sono infatti emersi dei post social scritti da Compagno, risalenti al 2015. L’avvocato che ha definito più volte il suo assistito “un bravo ragazzo che amava Giulia perchè le faceva i biscotti”, scriveva: “Non capisco cosa ci facciano delle ragazzine vestite da p****** in giro per il paese. E nemmeno perché i genitori accompagnino i figli a disturbare suonando i campanelli”.
Ancora nel 2021, commentando la trasmissione Carta Bianca che affrontava il tema dell’abuso sulle donne ubriache, ribadiva: “Ho visto una puntata scandalosa di Carta Bianca in tema di violenza sulle donne. La donna veniva trattata come un’incapace: se ubriaca, è scusata. L’alcol è una scusante per una donna, ma non per un uomo. Una totale deresponsabilizzazione della donna, come fosse un oggetto incapace di autodeterminarsi”.
In molti hanno interpretato queste sue parole come una difesa del mondo ‘macho’, anche se Compagno si è premurato di chiarire la sua visione sulla violenza sulle donne, con queste dichiarazioni rilasciate alla stampa: “Non ricordo quanto scritto. Sono contro la violenza sulle donne. Sono stato interpretato male. Sarebbe assurdo credere che volessi esprimermi contro le donne che difendo quotidianamente per lavoro”.
Ecco che la famiglia Turetta ha ritenuto inevitabile sostituirlo nella difesa del figlio, incaricando al suo posto l’avvocato Giovanni Caruso, ordinario di Diritto Penale all’Università degli Studi di Padova.
Decisione opportuna in memoria di Giulia, uccisa anche per inadempienza di soccorsi, oltre che per la barbarie dell’ex fidanzato. La denuncia del testimone della prima aggressione è stata infatti inascoltata e a Giulia non è arrivato alcun sostegno.