Il motivo della rottura quasi irreparabile tra Seul e Pyongyang è da attribuire al tentativo della Corea del Nord di sancire il proprio confine nel Mar Giallo e di codificare la minaccia di invadere il Sud con una riforma costituzionale.
Il leader nord coreano Kim Jong-un, infatti, ha minacciato di invadere la Corea del Sud se “anche solo 0,0001 millimetri” del territorio del Nord saranno violati abolendo le agenzie che si occupavano della mediazione e della cooperazione tra le due coree. Kim, inoltre, ha chiesto modifiche costituzionali per definire il Sud come “principale nemico” abbandonando la politica di riunificazione portata avanti dai suoi antenati.
A Seul, invece, il presidente Yoon Suk Yeol, ha rassicurato che se il Nord, dotato di armi nucleari dovesse attaccare, la risposta del Sud sarà molte volte più forte.
Negli ultimi decenni si sono verificati numerosi scontri tra la Corea del Nord e quella del Sud nei pressi del confine conteso, ovvero la Northern Limit Linee (NII) tracciato al largo della costa occidentale dalle Nazioni Unite dopo la Guerra di Corea del 1950 per prevenire scontri navali accidentali.
E se per gli esperti americani la situazione nella penisola coreana è la più pericolosa dalla scoppio della guerra di Corea e quelle di Kim potrebbero non essere le solite “spacconate” per il professore di scienze politiche presso l’Università degli studi nordcoreani Yang Moo- jin la Corea del Nord non è attrezzata ad avviare una guerra come quella del 1950 a causa della carenza di cibo, petrolio e forniture belliche considerando che Cina e Russia non sono dell’umore giusto per sostenere un simile avventurismo militare essendo già piene di problemi.


