Un lunedì nero quello di ieri per Parigi e il suo hinterland a causa dell’assedio degli agricoltori scontenti per i provvedimenti del governo in risposta alla crisi. Nel mirino soprattutto le politiche agricole europee e la promessa del governo all’Europa di tagliare entro il 2026 gli incentivi dati in maniera diretta, con finanziamenti, o indiretta attraverso il taglio delle tasse, per ridurre il costo dell’utilizzo di fonti fossili o di sfruttamento delle risorse naturali. Tra le misure previste c’è il taglio di alcuni sconti sul gasolio per le aziende agricole.
Migliaia di agricoltori, con trattori e altri mezzi di trasporto, si sono messi in viaggio con l’obiettivo di chiudere l’accesso alla capitale alle ore 14:00 con otto posti di blocchi nella zona di Chennevières (autostrada A1), vicino a Jossigny (A4), a Ourdy (A5), Villabè (A6), al casello di Buchelay (A13), a Longivilliers (A10), tra il ponte Gennevilliers e la D311 (A15) e vicino allo svincolo D301 di Isle-Adam (A16).
La maxi protesta, indetta dalla Federazione nazionale dei sindacati e degli imprenditori agricoli (FNSEA) e dal sindacato giovani agricoltori, arriva dopo due settimane in cui gli agricoltori francesi hanno protestato anche contro la remunerazione troppo bassa, il regolamento sull’uso dei prodotti fitosanitari e accordi sul libero scambio che minacciano il settore.


