Autonomia differenziata, arriva l’ok dal Consiglio dei Ministri

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E’ stato approvato dal Consiglio dei Ministri il ddl sull’Autonomia differenziata, messo in piedi dal ministro per gli Affari regionali Roberto Calderoli, l’approvazione è stata seguita scroscianti applausi.

Questo disegno di legge è stato accolto con grande piacere tra le fila della Lega, in vista delle Regionali in Lombardia e Lazio. In merito al ddl di 10 articoli, l’attribuzione delle funzioni può avvenire solo dopo la determinazione dei Livelli essenziali delle prestazioni, i Lep definiti con Dpcm, entro un anno come previsto dall’ultima legge di bilancio. L’iter per l’intesa fra Regione (anche a statuto speciale) e Stato durerà almeno 5 mesi, inclusi i 60 giorni per l’esame delle Camere. Secondo la bozza di Calderoli si sarebbero dovute esprimere le commissioni, ma fra i “ritocchi” decisi nella riunione tecnica in preparazione del Consiglio dei ministri – pare anche su input di Giorgia Meloni – si dovrebbe optare per un atto di indirizzo votato in Aula.

La premier Meloni aveva specificato già nei giorni scorsi: “Non ci rassegniamo all’idea che ci siano territori e servizi di serie A e B”.

Attilio Fonatana, presidente della Regione Lombardia, ha così commentato: “Questa riforma non spacca un bel niente, semplicemente chiede che dei compiti che oggi svolge lo Stato vengano svolti dalle Regioni, ottenendo le cifre che oggi spende lo Stato. Quindi è soltanto una diversa organizzazione amministrativa. Non parla assolutamente delle materie, parla della procedura che si dovrà seguire per arrivare all’applicazione di una parte della Costituzione. Io credo che sia un passaggio per il momento che deve portare soltanto alla predisposizione delle modalità, poi sulle materie si discuterà”.

La bozza Calderoli è proprio sbagliata e quindi non se ne farà nulla. Se vogliono andare avanti faremo una mobilitazione con tanta gente nel Paese, non se ne farà nulla, Fratelli d’Italia è un partito molto centralista, quindi non credo veda di buon occhio questa proposta, e può un Paese rischiare di avere 20 pubbliche istruzioni diverse? Noi faremmo veramente ridere il mondo. Non so se il ministro Calderoli se ne stia rendendo conto, abbiamo già un Paese a troppe velocità diverse”, l’affondo del governatore dell’Emilia – Romagna Stefano Bonaccini.

Linea dura e critica anche dalla Puglia, così il presidente Michele Emiliano: “Ci indigna profondamente questa cosa di voler fare l’autonomia differenziata prima delle elezioni in Lombardia” per evitare di far fare brutta figura alla Lega”.

Vito Bardi, governatore della Basilicata: “E’ stato fatto un passo avanti, ma adesso occorre dare importanza ai Livelli essenziali delle prestazioni per colmare il gap tra le varie aree del paese, sono state accolte le proposte dei presidenti del Sud e soprattutto è stata archiviata la spesa storica che ha penalizzato il Mezzogiorno”.

Attacco anche dalla Cgil: “Il progetto sull’Autonomia differenziata è sbagliato e va contro il Paese che è già diviso, ha già troppe disuguaglianze. Non è quello di cui ha bisogno – così il segretari Maurizio Landini, che incalza – tale logica indebolisce il Paese, anche nel rapporto con gli altri Stati, rischia di mettere in discussione il rapporto con le parti sociali, perché non è stato discusso con nessuno, e svilisce il ruolo del Parlamento”.

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