Non si placa la polemica tra l’imprenditore Flavio Briatore ed i costi sulla pizza napoletana. “Io San Gennaro non ce l’ho e devo fare per conto mio. In 50 anni questi pizzaioli – dice l’imprenditore piemontese – non sono riusciti a creare un brand internazionale sulla pizza. Invece di tramandarsi una sola pizzeria per otto generazioni, iniziassero a capire l’importanza di esportarla nel mondo“.
Dopo la pace apparente con i pizzaioli Sorbillo e Veccia, negli studi di Porta a Porta, il Flavio internazionale ritorna a sparare a zero nel talk show Zona Bianca: “A Napoli la pizza margherita costa 4 euro? Si vede che San Gennaro li aiuta a pagare i fitti, i contributi. “Io San Gennaro non ce l’ho e devo fare per conto mio. A questi prezzi noi non riusciamo a garantire una pizza di qualità, evidentemente loro avranno degli aiuti che io, noi non abbiamo“.
Ma da Napoli e dai pizzaioli napoletani la risposta non si è fatta attendere, all’unisono e per antonomasia, la pizza è sinonimo di eccellenza partenopea, il marchio di fabbrica del golfo più bello d’Italia, non solo, i prezzi devono essere popolari perché la pizza è popolare, pochi ingredienti, salutari e genuini, come, il pomodoro San Marzano, il fior di latte, il basilico e le diverse tipologie di farine, che nei secoli hanno reso famose le pizzerie partenopee in tutto il mondo, se pensiamo solo all’Antica pizzeria Port’Alba (1738), Pizzeria Brandi (1780), Antica pizzeria da Michele (1870) potremmo continuare, esportare e vincere la sfida imprenditoriale va bene, ma senza la tradizione si riduce tutto a mero business e slogan pubblicitari. Alcuni pizzoaioli, infatti, dopo la polemica, Gino Sorbillo in primis, ha regalato la Margherita a portafoglio, inviatando però lo stesso Briatore a fare una pizza a quattro mani, staremo a vedere.
