Clima rovente anche in politica. Ancora una volta la maggioranza si divide sul superbonus. Fumata nera nella lunga giornata di ieri nell’Aula della Camera che discuteva sul decreto aiuti. I partiti che sostengono il governo sono in fibrillazione e nonostante palazzo Chigi abbia per tutto il giorno mostrato la massima disponibilità al dialogo con i partiti, concedendo loro tutto il tempo possibile per evitare la fiducia (a patto che trovassero un accordo in tempi congrui) l’intesa non si raggiunge. Il tempo stringe per una misura che vale più di 20 miliardi che devono essere erogati a favore dei cittadini e del sistema paese.
Il Movimento che punta i piedi a mettere in discussione il via libera al provvedimento è la parte che riguarda il superbonus, uno dei provvedimenti bandiera dei pentastellati. A trattare direttamente è il ministro per i Rapporti con il Parlamento Federico D’Incà che in serata, di fronte alla spaccatura della maggioranza, annuncia che si deciderà ora con palazzo Chigi come andare avanti: “In stretto collegamento con la Presidenza del Consiglio, ho sondato tutte le forze della maggioranza per capire se fosse possibile trovare un accordo per evitare di porre la questione di fiducia sul decreto Aiuti. A questo punto il bandolo della matassa è nelle mani del premier”. Ad alzare la voce è stato Matteo Salvini. Il leader della Lega incontrando i suoi parlamentari ha messo in evidenza come l’esecutivo applichi “due pesi e due misure”, ed accusa il cosiddetto “campo largo” di mettere a rischio l”approvazione del provvedimento.