Festival dell’Opera Buffa napoletana, il 2 novembre l’esordio della seconda edizione

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La fierezza del Settecento napoletano nella seconda edizione del Festival dell’Opera Buffa Napoletana, presentato in un luogo cult per i melomani: lo Spazio Opera Caffè del Teatro San Carlo di Napoli. Il cartellone, realizzato con il contributo del Ministero della Cultura e prodotto dall’associazione culturale Giano Bifronte in collaborazione con Teatro Pubblico Campano e Casa del Contemporaneo, adotta quest’anno un titolo ambivalente: “L’infedeltà Fedele”.

A sceglierlo è il direttore artistico Massimiliano Sacchi, che a tal propo dichiara: ”La musica è una realtà inclusiva nel suo farsi. Questo festival si fregia dell’Orchestra sinfonica dei Quartieri Spagnoli. Fa parte dell’ossatura che ha costituito la storia dell’antologia napoletana con il suo repertorio che resta vivo, di grande interesse e comunicativitá. Il Festival si sviluppa su due assi. Recuperiamo manoscritti dimenticati. Questo è l’asse scientifico- di studio. La seconda edizione si ispira all’opera di Cimarosa, sottolineando la nostra fedeltà al nobilissimo spirito settecentesco che tutto mescolava e tutto metteva in discussione”.

Dal 2 Novembre al Teatro Nuovo, in via Montecalvario 16, melologhi ed operine, si sveleranno. Parliamo di “L’amante ridicolo” di Niccolò Piccinni, “La zingaretta” di Leonardo Leo, “Livietta + Tracollo” di Pergolesi, riletti nella loro modernità. Il Festival dell’Opera Buffa Napoletana è una vera e propria operazione musicale e come tale, gode dei patrocini di Comune di Napoli, Napoli Città Metropolitana e Napoli Città della Musica.

Il progetto è stato così illustrato da Ferdinando Tozzi, delegato dal Sindaco di Napoli Gaetano Manfredi per l’industria della musica e dell’audiovisivo: “Questo Festival arriva dopo due anni di ricerca sulle trascrizioni. La curiosità è il suo motore e curiosità vuol dire avere cura della tradizione, del legame tra due luoghi e due spazi, attraverso il tradimento. La tradizione non è oleografia del passato; per questo il teatro cerca di carnificare il tempo inesistente. Le operette presentate sono carne nella voce dell’interprete, riproposte attraverso il confronto transgenerazionale”.

Prodotto di un ambiente culturale vivissimo e con radici antiche, l’opera buffa napoletana ritorna nei Quartieri Spagnoli, dove storicamente si affermò, diventando un’attrattiva di grande richiamo per tutte le classi sociali che affollavano ogni sera il “Teatro Nuovo sopra Toledo”.

Ad aprire il programma mercoledì 2 novembre, alle 20.30 (repliche: giovedì 3 novembre alle 20.00 e venerdì 4 novembre alle 12.00), a Sala Assoli sarà l’operina “La zingaretta”, intermezzo di Leonardo Leo. Trascrizione e arrangiamento a cura di Fabrizio Romano. L’avanspettacolo del ’700 nella sua fedele infedeltà. Leonardo Leo, uno dei capostipiti della Scuola napoletana, scrisse senza sosta per tutta la vita con occhio vivo, temperamento ardente e finissimo senso del teatro. Interpreti Luca De Lorenzo (Riccardo) e Pasquale Auricchio (Lisetta). In scena, Enzo Mirone, che cura anche la regia. Al pianoforte Fabrizio Romano.

Giovedì 3 novembre, alle 12.00 (replica: venerdì 4 novembre alle 20.00), a Sala Assoli è in programma l’operina “Livietta+Tracollo”, intermezzo di Giovan Battista Pergolesi elaborato in musica elettronica. Trascrizione e arrangiamento a cura di Dario Bassolino. Pergolesi in versione elettronica risplende nel dinamismo delle sue melodie. Nell’inventiva continua della musica, il desiderio, l’identità, l’amore e i suoi travestimenti giocano al tavolo del Molteplice. In scena, Costanza Cutaia (Liviella), Takaki Kurihara (Tracollo) e i danzatori Lukas Lizama e Sara Lupoli. Regia di Rosario Sparno. Synth programming: Dario Bassolino. Fx e elettronica: Paolo Petrella. Marco Palumbo al clavicembalo. Alle 21.15, al Teatro Nuovo va in scena il melologo “Teoria del fascino. Sulla jettatura” di e con Eugenio Bennato e Le Voci del Sud. Nel rigoglio culturale più vivo, il ’700 napoletano partorì il termine e il concetto di jettatura. Il libretto che circolò e che definiva il “fascino dello sguardo” fu “La Cicalata” e a questo attinge il testo di Eugenio Bennato.

Venerdì 4 novembre, alle 21.15, al Teatro Nuovo (replica: sabato 5 novembre, alle 21.15) in scena l’operina “L’amante ridicolo”, intermezzo di Niccolò Piccinni, che, nella trascrizione e arrangiamento di Carlo Gargiulo e Massimiliano Sacchi, si presenta come prima moderna assoluta. Il Piccinni ritrovato, un “Così fan tutti” alla napoletana riscoperto tra i manoscritti dimenticati, torna a risuonare al Teatro Nuovo dove debuttò nel lontano 1757. In scena, Cristina Neri (Dorilla), Chiara Di Girolamo (Lesbina), Francesco Domenico Doto (Baggiano), Luca De Lorenzo (Polemone). Regia di Alfonso Postiglione. Direzione e pianoforte Carlo Gargiulo. Musicisti: Sergio Carnevale (violino), Ilaria Carbone (violino), Roberto Bianco (viola), Vittorio Infermo (violoncello), Diego Di Guida (oboe), Emmanuele Puxeddu (oboe), Luca Martingano (corno) e Dennis Marzano (corno).

Sabato 5 novembre, alle 12 (replica domenica 6 novembre, alle 12.00), al Teatro Nuovo, in programma il melologo “Cimmarosa” di e con Claudio Di Palma, con la partecipazione dell’Orchestra Sinfonica dei Quartieri Spagnoli. Il Racconto rocambolesco e paradossale degli ultimi giorni napoletani di Cimarosa prima della cattura e del definitivo esilio, quando, per sfuggire alla furia del Cardinale Ruffo, si rifugiò nel sottopalco del Teatro del Fondo, e delle avventure che ne seguirono. Alle 19.00, al Teatro Nuovo è in programma l’incontro “Words & Music: su Beckett e l’opera buffa” con Gabriele Frasca, poeta, studioso e traduttore di Beckett che guiderà il pubblico alla scoperta del rapporto intenso ed inatteso del grande scrittore irlandese con l’opera buffa (costo ingresso simbolico: 1 euro). Alle 20.00 (replica domenica 6 novembre, alle 18.00), a Sala Assoli, il pubblico assisterà al melologo “La principessa dei bordelli” di Francesco Forlani

nell’interpretazione di Isa Danieli. L’ascesa e la caduta di Giulia De Caro, principessa dei bordelli e impresaria teatrale, diva ribelle e glamour del teatro napoletano alla fine del ’600.

Estratti degli spettacoli saranno pubblicati su ON – Il Teatro delle Culture, piattaforma digitale inaugurata quest’anno dal Teatro di San Carlo, che vuole raccontare il cambiamento e costruire uno spazio di innovazione sociale e di inclusione. La registrazione è gratuita a questo link: on.teatrosancarlo.it. In occasione della presentazione del Festival, sarà pubblicato un documentario in più episodi dal titolo Suoni e Visioni, per la regia di Mario Pistolese, dedicato all’Orchestra Sinfonica dei Quartieri Spagnoli e allo speciale incontro con il regista Ferzan Ozpetek.

Il Festival dell’Opera Buffa Napoletana sarà anche l’occasione per scoprire la storia e i luoghi dell’Opera Buffa con le visite guidate “Sulle tracce dell’Opera Buffa Napoletana”. Venerdì 4 e sabato 5 novembre, alle 18.00, in programma “La città buffa oltre la quarta parete”, a cura de L’Arsenale di Napoli (informazioni e prenotazioni: 3392955351 – 3392568417). Domenica 6 novembre, alle 15.00, in programma “Donne e opera buffa: dal palazzo ai quartieri”, a cura della guida turistica autorizzata Erika Chiappinelli (informazioni e prenotazioni: 3492949722 – solo sms e whatsapp).

Biglietteria

Ingresso intero – 10 euro

Ridotto Duetto – 7,50 euro (per ogni acquisto contestuale di due o più spettacoli del festival)

Special Allegro – 5 euro (studenti conservatori musicali e università, under 18, abbonati alle stagioni 2022-2023 della Sala Assoli e del Teatro Nuovo).

Informazioni e prenotazioni

Sala Assoli – 3454679142

Teatro Nuovo – 0814976267 (dal lunedì al venerdì: ore 10.30/13.00 – 17.30/20.00)

I biglietti possono essere acquistati anche online su Vivaticket e AzzurroService ma le promozioni sono valide solo presso i botteghini di Sala Assoli e Teatro Nuovo.

Pina Stendardo
Pina Stendardo
Giornalista attenta ai fermenti quotidiani, raccontati con umanità. Convinta che scrivere sia un atto d’amore e responsabilità, ama divulgare il bello dell’Arte e del sociale, proponendo una narrazione alternativa sullo spaccato culturale.

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