Docufilm: “Il mio amico Massimo”

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Quando leggiamo il nome Massimo la nostra mente subito si trasforma in una pellicola di ricordi che ci riportano in un passato recente quando nel Cinema italiano una star riempiva i cinema con i suoi cult movie comico/sentimentali ma anche moderni e sociali. Parliamo ovviamente di quel genio cinematografico che e’ Massimo Troisi. Pubblicanow, insieme a radio40web e Rainbow diversamente radio ha intervistato il regista Alessandro Bencivenga del docufilm “Il mio amico Massimo” uscito poco tempo fa al Cinema e che sara’ presentato il mese prossimo nella citta’ di San Giorgio a Cremano:

Benvenuto Alessandro….

Ciao….Grazie per avermi ospitato sono veramente felice.

Ci racconti un po’ di Te, dove sei nato e cresciuto e quando nasce la passione per il cinema?

Io sono nato a Formia ma in realtà sono di Sessa Aurunca il primo paese della Campania e ho studiato a Napoli dove ho fatto l’ISEF e nel 1999 mi sono trasferito in Trentino dove vivo tutt’ora. La mia prima esperienza è stata in teatro, un po’ come tutti, ho iniziato a quattordici anni a fare teatro ma sono stato sempre appassionato di cinema e volevo fare lo stesso percorso di Vita del mio idolo di sempre, che è Massimo Troisi, quindi teatro, cabaret e poi cinema. Ho fatto anche spettacoli di cabaret per qualche anno e poi è arrivato il momento in cui ho capito che dovevo propormi davanti o dietro la macchina da presa fino al momento in cui ho maturato che fossi piu’ bravo a stare dietro.

Quali sono state le esperienze cinematografiche che hanno segnato la tua carriera?

 Come tutti parti con un cortometraggio: io sono partito con un corto “Non importa dove” che poi era stato ammesso al David di Donatello, poi altri cinque cortometraggi. Poi ho iniziato a lavorare con le scuole dove facevo cortometraggi con i ragazzi. Quindi, ho alle spalle tra quelli miei e quelli fatti con gli studenti più di centro cortometraggi. Poi, ho fatto anche dei documentari, ho lavorato anche a  un documentario  con Tullio De Piscopo che si chiama “Cacciatore di sogni” che  non è andato mai in onda e poi è arrivata la grande possibilità di fare un film, un vero film, che è un thriller medioevale che si chiama “Exitus – il passaggio” si può vedere su Amazon Prime.

Complimenti per il lavoro svolto e per tutti quei corti?

Si, lavorando in una scuola che studi cinema è stato più facile avere le attrezzature quindi non dovevi affittarle, ed era tutto a scopo didattico ecco perché ho potuto fare tutti quei corti. Dei miei ne ho potuti fare una quindicina.

Tu hai realizzato il docufilm su Massimo Troisi un mito del cinema italiano, ci puoi raccontare di cosa parla?

Il docufilm si chiama “Il mio amico Massimo” è andato in onda al cinema dal 15 al 21 Novembre e abbiamo riscosso un bellissimo successo. Molte persone sono andate a vederlo e hanno commentato bene il film, poi andrà in onda su una piattaforma di cui ne è a conoscenza la distribuzione. E’ stato distribuito dalla Lucky Red è stato per me un grande omaggio a Massimo Troisi che è stato il mio mentore come per molti della mia generazione e di giovani ragazzi i quali prendono lui come riferimento cinematografico dopo che Massimo ci ha lasciato, anche per la sua umanità straordinaria. Dopo aver fatto il docufilm e ho conosciuto i suoi amici più intimi mi hanno raccontato degli aneddoti che vanno oltre il cinema proprio del Troisi uomo, aneddoti che mi hanno fatto avvicinare ancora di più a questa persona che amo da quando avevo quattordici anni. Poi bisogna essere bravi per fare regia, per incastrare le musiche, per lavorare di immaginazione, non è facile e Massimo ci riusciva con semplicità ed era un big del cinema italiano e dopo il docufilm che ho fatto posso dirlo,  conosciuto anche a livello internazionale  ed è nei nostri ricordi.

Cosa è cambiato, secondo te, nel documentario attuale rispetto a prima?

Prima era un documentario puramente giornalistico ti dava informazioni tipo: dov’era nato un personaggio e cosa aveva fatto e ti faceva scoprire il personaggio, quindi, puramente giornalistico, oggi invece, i documentari ma anche la cinematografia in generale è cambiata, ci sono fiction, sitcom che si sono adeguate e sono diventate dei veri e propri film. Io ho ricostruito una San Giorgio a Cremano degli anni ’60 quando Massimo Troisi era piccolino e quindi intervisto gli amici di Massimo in una San Giorgio dell’epoca. Diventa un racconto nel racconto e così la gente è più motivata a seguire il personaggio o la storia piuttosto che avere soltanto informazioni giornalistiche. Ne approfitto per invitarvi il 18 di Febbraio 2023 a San Giorgio a Cremano la città che ha dato i natali a Massimo Troisi la sera saremo alle 21.00 saremo a Villa Bruno per presentare il documentario “Il mio amico Massimo” pensa quante emozioni ho io.

C’è qualche episodio particolare che puoi raccontarci che ti è successo durante te riprese?

Guarda posso raccontarti diversi aneddoti ma occorrerebbero articoli e puntate intere per descriverle. Una cosa che posso dirti che Lucio Anneo Seneca diceva hai piu voglia di volare o paura di cadere. Io dico più voglia di volare e questa voglia me l’ha insegnata Massimo Troisi cioè a sognare e poter realizzare i propri segni. Nel 2017 dopo essere stato bocciato per ben 5 volte dai fondi pubblici per realizzare film, una comunità intera della Valsugana tutti insieme con il supporto base di 4 o 5 persone hanno trovato i fondi e le scenografie per fare il film di cui abbiamo parlato prima “Exitus” e adesso è su Amazon. Quindi se ci credi i sogni si realizzano e io ho trovato le persone che me l’hanno fatto realizzare.

Quali sono i prossimi progetti in cantiere?

Stiamo lavorando ad un progetto ancora ambizioso. Non posso dire il titolo perché è ancora in costruzione. E’ un film che parla dell’umanità e del sociale. E’ un argomento che devi trattare sempre in punta di piedi. Sei sempre su una linea sottilissima perché potresti trasbordare dall’altra parte e renderti un po ridicolo. Quindi bisogna stare attenti a tenere l’equilibrio perché con il sociale e l’umanità non si scherza, il sociale siamo noi e bisogna mantenere gli equilibri per noi stessi.

Hai sogni nel cassetto che vorresti realizzare?

Ho un cassetto di quarantacinque ripiani…Quando finiranno i miei sogni vuol dire che saro’ finito anch’io. Uno di questi sogni è che il Napoli vinca lo scudetto. A parte questo, ho tanti sogni ma sono anche razionale nel dire che i sogni si realizzano se uno ci crede però uno per volta perché se metti troppi sogni….ti svegli

Grazie per averci dedicato quest’intervista

Grazie a voi. Vi aspetto il 18 Febbraio a San Giorgio a Cremano e sarò orgoglioso di presentare il Docufilm su Massimo Troisi!

link al Podcast:

Valerio Tramontano
Valerio Tramontano
Laureato in Scienze della Formazione e dell'Educazione, ha svolto attività formative aziendali. Tesserato come giornalista pubblicista, ha scritto articoli su editoriali Web e cartacei su argomenti sociali e culturali. In passato ha realizzato anche serate spettacolo a sfondo sociale collaborando con associazioni culturali a scopo benefico e realizzato cortometraggi di genere educativo per le scuole.

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