Sessanta opere datate dal 1964 ad oggi, per una ricca antologia di dipinti, sculture, disegni, fotografie, video e installazioni. Diciannove artisti contemporanei ed una location di eccezione, il Mattatoio di Roma. Al Padiglione 9a, dal 30 marzo al 27 agosto arriva l’esposizione “Terra animata. Visioni tra arte e natura in Italia (1964-2023)”, curata da Paola Bonani e Francesca Rachele Oppedisano, con apertura dal martedì alla domenica, dalle 11 alle 20.
Linguaggi e tecniche diversificate raccontano l’arte in modo trasversale attraverso le evocazioni della natura e degli spazi che l’uomo abita. La lettura diacronica della mostra pone in risalto la differenza del rapporto uomo-natura ed è promossa da Roma Culture e Azienda Speciale Palaexpo.
Due citazioni visive, “Cretto nero” di Alberto Burri e “Concetto spaziale. Cratere” di Lucio Fontana, fanno da linea guida all’intero progetto in cui reale ed immaginario si incontrano e scontrano nello spazio creativo. Biodiversità, sostenibilità, cultura rurale, sono i perni tematici di ogni opera, volta a sensibilizzare l’osservatore sulle urgenze ambientali contemporanee.
Nel percorso espositivo si contemplano anche cinque pannelli murali andati dispersi, realizzati da Pino Pascali per la Fao nel 1964 a Roma, in ambito agroalimentare; e l’opera di Luca Maria Patella, “Terra animata” (1967) da cui è tratto il titolo della mostra.
Tra le altre opere rientrano inoltre, “Alpi Marittime” di Giuseppe Penone, un grande dipinto di Mario Merz, i disegni e i collage di Giosetta Fioroni e i lavori di Gianfranco Baruchello (“Agricola Cornelia”) e Piero Gilardi (“Tappeti-Natura”), da poco scomparsi. In un gioco di rimandi generazionali la mostra prosegue con le opere di Giacinto Cerone, Bruna Esposito, Massimo Bartolini, Marzia Migliora; le installazioni di Leone Contini e Michele Guido; le foto e i video di Emanuela Ascari, Nico Angiuli, Renato Leotta e le composizioni di Pamela Diamante.