Frattamaggiore, approvato il bilancio ma il clima politico è surreale

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Frattamaggiore (NA). Il consiglio comunale approva il bilancio in un clima surreale, dibattito scadente e braccia alzate, a dimostrazione che molti non conoscevano nemmeno i contenuti dell’atto che hanno votato. Una brutta pagina, l’ennesima, che va in netto contrasto con quanto Frattamaggiore e la classe dirigente che esprimeva, ha messo in scena per anni dando vita in aula, in passato, ad un dibattito di qualità durato ore ed ore, pure di grande contenuto e qualità. Oggi, invece, opposizione totalmente assente sui contenuti veri, sui temi veri, su operazioni che hanno fatto storcere il naso persino in maggioranza perché partorite male e gestite peggio; opposizione assente e incapace di reagire di fronte ad un contesto che ha azzerato la politica facendo calare il silenzio sulle questioni che dovrebbero caratterizzare l’attualità.

Nessuno parla, alcuni per manifesta incapacità, altri perché ognuno aspetta premio e l’unico che pubblicamente ha posto delle questioni di contenuto resta il consigliere del Pd Nello Rossi. Il resto tutti silenti, almeno in pubblico. Ma se si va a fondo si avrà di fronte un altro scenario. Il malumore cova sotto la cenere e il sindaco Marco Antonio Del Prete ha una serie di impegni con i singoli consiglieri dentro e fuori il Pd che dovrà mantenere da qui a breve, a cominciare dagli ennesimi cambiamenti in giunta fino ad un riequilibrio sulle poltrone passando per una fase calda nei democratici. Pubblicamente pare che solo Nello Rossi chieda un cambio di passo ma in realtà la situazione nel Pd e fuori dal Pd è molto diversa. Basta ascoltare cosa dicono alla luce del sole i consiglieri pure di minoranza nel giustificare il silenzio ed il sostegno sottobanco garantito alla coalizione di governo. Ne parlano alla luce del sole e sulle loro motivazioni per il momento è meglio glissare nonostante siano di dominio pubblico perché ne parlano alla luce del sole, come se fosse la normalità.

Nel sottobosco c’è chi chiede al sindaco poltrone per barattare il silenzio, c’è chi addirittura sempre sottobanco chiede firme per sfiduciare il capogruppo del Pd, con l’obiettivo di creare caos e obbligare il sindaco ad approvare in giunta un altro Pua che vede in una parte del Pd, tra giunta e gruppo consiliare, interessi imprenditoriali e tecnici direttamente riconducibili. Chi, invece, semplicemente aspetta un riequilibrio sulle nomine e quindi preferisce restare zitto. Una fase complicata da gestire che dopo le vacanze potrebbe diventare rovente soprattutto perché il segretario del Pd, Andrea Saviano(in foto), è anche staffista del sindaco al Comune ed è costretto ad avallare ogni sorta di mortificazione del partito, anche da parte dell’amministrazione, in quanto ad ogni occasione si ritrova nella brutta condizione di conflitto d’interesse tra il ruolo di segretario della sezione, che dovrebbe garantire processi democratici e il rispetto della linea del partito, e quella di stipendiato del Comune scelto dal sindaco.

Quindi dopo l’estate anche Saviano sarà chiamato ad una scelta netta, preferire lo stipendio e il ruolo di factotum del primo cittadino oppure esercitare il ruolo che ricopre in sezione con rispetto verso la comunità democratica e i consiglieri, che rappresentano la volontà popolare che in nessun modo può essere commissariata sull’altare degli interessi personali e di parte. Il segretario di un partito come il Pd ha il dovere di rappresentare quella comunità con rispetto e soprattutto con quella dignità che il Pd non può assolutamente rinunciare.

Il primo cittadino ha investito pure i vertici provinciali della vertenza all’interno del partito ma portando la questione a Napoli ha peggiorato le cose, ha commesso un enorme autogol perché se si entra nei dettagli quale partito o quale dirigente potrebbe giustificare scelte affaristiche ai danni della politica e dell’interesse collettivo, soprattutto se approvate in netta antitesi col deliberato di sezione e con un gruppo consiliare che in una riunione ha stabilito l’esatto opposto di quanto fatto poi dalla giunta? Si cerca di bypassare il confronto sui contenuti perché non si hanno argomenti e si punta ad una censura che resta un’utopia soprattutto perché quanto sta accadendo sul territorio, dopo l’estate, potrebbe aprire altri scenari ed accendere sulla città altri riflettori totalmente indipendenti dal Pd.

Il sindaco punta al silenzio collettivo ma non si accorge di essere seduto su una polveriera e lo schema delle trattative singole coi consiglieri comunali per tenerli a bada e lontani dal vero meccanismo democratico decisionale non reggerà a lungo in quanto ci saranno sempre settori che ormai, avendo conosciuto le strane regole del gioco, non vorranno adeguarsi ad un sistema che azzera la politica e mortifica la partecipazione, da sacrificare sull’altare di operazioni che nel merito sono almeno discutibili. E quando atti alla mano gli stessi consiglieri spiegheranno tutto alla città, se ne vedranno delle belle se non si cambia strada, valori, atteggiamenti e rotta.

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