E’ al primo posto del box office italiano l’ultima pellicola di Christopher Nolan “Oppenheimer” che, fino a ieri 25 agosto, ha incassato 1.531.663 € sfidando il miglior esordio 2023 di “Barbie”. Si tratta, in ogni modo, del miglior debutto per un film del super amato regista il cui record, fino a pochi giorni fa, apparteneva alla sua pellicola “Il cavaliere oscuro- il ritorno”.
“Oppenheimer” è la storia di un uomo messo di fronte alle sue responsabilità e lasciato solo di fronte alla storia: è la storia di J. Robert Oppenheimer, responsabile del progetto Manhattan che dal 1942 costruì, nella riserva di Los Alamos, la bomba atomica. La storia si basa sull’acclamata biografia di Kai Bird e Martin J. Sherwin “Oppenheimer: trionfo e caduta dell’inventore della bomba atomica” pubblicato in Italia a giugno da Garzanti.
“La morte è sempre la morte. In qualunque momento arrivi, la morte è sempre la morte”. E, infatti, in “Oppenheimer” di Nolan tutto ricorda la morte: dall’acqua con cui si apre il film al fuoco di chiusura, dai piedi sbattuti sul pavimento dei collaboratori felici per la distruzione di Hiroshima e Nagasaki al fazzoletto che il presidente Truman offre a Oppenheimer con cui, simbolicamente, deve ripulirsi le mani di sangue perché “La gente non ricorderà chi ha costruito la bomba ma chi ha deciso di sganciarla. E quell’uomo sono io.”
Christopher Nolan, dunque, non delude nemmeno questa volta con un film in cui il montaggio alternato, interno e serrato, annulla l’idea classica di biopic sviluppando più linee narrative che vanno dalla costruzione della bomba alla caccia alle streghe maccartista. L’intera struttura del film, inoltre, è costruita come un gran conto alla rovescia fino all’esplosione e la sceneggiatura segue di pari passo questa tensione fino alla deflagrazione finale.
Il film poi poggia su star d’eccezione come Cillian Murphy, veterano nelle pellicole di Nolan, Robert Downey Jr, Rami Malek, Matt Damon e tanti altri che contribuiscono a rendere “Oppenheimer” una pellicola divisiva ma di cui certamente sentiremo ancora parlare per molto.