Si parla sempre più spesso di violenza di genere, ma si è abituati a dare unilateralità di applicazione semantica al solo mondo femminile. Eppure il termine è stato coniato proprio per tutelare uomini e donne contro ogni forma di abuso sessuale o violenza domestica.
Il Giappone si porta avanti e rispetto al telefono rosa ormai attivo per assicurare assistenza al gentil sesso, attiva una linea telefonica verde, riservata ai ragazzi e agli uomini vittime di violenze e abusi sessuali.
Il progetto pilota servirà a dare possibilità di sfogo e naturalmente aiuto a tutti i maschietti che ne avranno bisogno. Entrerà in vigore domani, venerdì 22 settembre e sarà operativo per tre mesi.
La linea telefonica sarà collegata con polizia e psicologi, oltre che con centri di assistenza specializzati, secondo la volontà di Ayuko Kato, nuovo ministro responsabile delle politiche per l’infanzia.
Il numero verde è una conseguenza paritaria che tutti i Paesi dovrebbero adottare, anche se in Giappone sono arrivate le prime proteste contro tale scelta. Si teme che gli uomini siano ancora più riluttanti ad utilizzare il servizio, a causa della mentalità che li vede dominanti anche nella gestione dell’orgoglio.
L’iniziativa prende luogo dopo le aggressioni che hanno coinvolto la più grande agenzia di boy band del Giappone. Johnny Kitagawa, presidente dell’agenzia omonima da lui fondata nel 1962, per decenni aveva abusato giovani musicisti nipponici, di fama nazionale, come emerso ad inizio settembre da un documentario della Bbc.
Gruppi come Smap, Arashi e Tokyo, sono stati lanciati da Kitagawa, scomparso all’età di 87 anni. Per molto tempo i media avevano segnalato i suoi abusi, ma solo dopo la morte è stato scoperchiato il caso, con dichiarazioni a viso aperto da parte delle vittime. Il paradosso è che Kitagawa era stato risarcito per diffamazione in seguito alla pubblicazione di articoli di denuncia, anche se la decisione è stata poi, parzialmente annullata in appello.


