Strage di Erba, si ritorna in aula dopo 17 anni

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I legali di Rosa Bazzi e Olindo Romano presentano nuove prove a discolpa della coppia assistita e condannata a triplo ergastolo per la strage di Erba.

Diciassette anni dopo, esattamente il primo marzo, si torna in aula per la revisione del processo, chiedendo un dibattimento per la rimodulazione della condanna o per l’assoluzione.

Era il 2006 e la coppia condannata in ogni grado, fino alla Cassazione, fu ritenuta colpevole per l’omicidio a colpi di coltello e spranga, dei vicini Raffaella Castagna, del piccolo Youssef Marzouk, di Paola Galli e Valeria Cherubini e per il tentato omicidio di Mario Frigerio, con accusa di occultamento di prove affidato ad un incendio immediatamente successivo alla strage familiare.

Rosa ed Olindo avevano avuto precedenti liti con i vicini morti, sfociate anche in una denuncia per cui sarebbero dovuti andare a processo due giorni dopo l’omicidio, il 13 dicembre 2006. Si pensa dunque ad una vendetta efferata della coppia contro la famiglia con cui c’erano pessimi rapporti di vicinato.

Ora la Corte d’Appello di Brescia richiama tutti i protagonisti della vicenda, in luogo di nuovi elementi portati in tre istanze dagli avvocati dei coniugi, Fabio Schembri, Nico D’Ascola e Luisa Bordeaux, e dal sostituto procuratore generale di Milano, Cuno Tarfusser.

Si giungerà a un nuovo processo con eventuali ricorsi alla Suprema Corte, puntando su nuove testimonianze, interviste e intercettazioni ambientali interpretate dai periti che “ricostruiscono l’omicidio di Valeria Cherubini, legato al distacco dell’energia elettrica e alla presenza di persone nella casa di Raffaella Castagna nel pomeriggio prima della strage”.

Ignari di quanto sta accadendo, Rosa, ex collaboratrice domestica reclusa a Bollate, e suo marito Olindo, ex spazzino incarcerato ad Opera. 

In tribunale arriveranno anche le intercettazioni ambientali sul letto d’ospedale del sopravvissuto Mario Frigerio; uno studio sull’energia elettrica nella casa della strage e la testimonianza di Abdi Kais, residente nell’abitazione di Erba. Gli avvocati alludono ad un errore giudiziario da mettere in discussione.

Sul banco di prova, anche le macchie di sangue di Cherubini trovate sul battitacco dell’automobile di Olindo. I legali dei condannati sottolineano la mancanza di attenzione per piste alternative che hanno portato al giudizio su Olindo e Rosa.

Pina Stendardo
Pina Stendardo
Giornalista attenta ai fermenti quotidiani, raccontati con umanità. Convinta che scrivere sia un atto d’amore e responsabilità, ama divulgare il bello dell’Arte e del sociale, proponendo una narrazione alternativa sullo spaccato culturale.

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