Stop allo spot Amica Chips: “Patatina al posto dell’ostia, è blasfemo”

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E se a lungo si è discusso dello spot Esselunga e dell’incriminata pesca, adesso i riflettori si sono accesi su un altro spot, ovvero quello del noto marchio di patatine Amica Chips che è stato ritenuto offensivo per il sentimento religioso e la sua messa in onda è stata prontamente sospesa.

Il Comitato di Controllo dell’Istituto di autodisciplina pubblicitaria (Iap) ha accolto le rimostranze dell’Associazione Italiana Ascoltatori Radio e Televisione (Aiart), che aveva segnalato lo spot come “blasfemo” e lesivo del sentimento religioso.

Nel filmato pubblicitario si vede una novizia in chiesa pronta a ricevere l’Eucaristia dal sacerdote ma, invece dell‘ ostia, le viene offerta una patatina Amica Chips. L’immagine e la situazione sono state ritenute offensive da Aiart, che ha sottolineato come lo spot “derida il sacramento dell’Eucaristia e il suo profondo significato per i credenti”.

L’Iap ha quindi deciso di sospendere la messa in onda dello spot, ritenendolo “in contrasto con i principi di civiltà e di rispetto dei valori religiosi”.

In ogni caso non è la prima volta che il noto marchio di patatina usi l’ironia per attirare l’attenzione dei telespettatori. Indimenticabile lo spot del 2006 con Rocco Siffredi che pronuncia: “Le ho provate tutte ma, credimi, questa è la migliore.”

Dal 2006, però, i tempi sono cambiati grazie anche al politicamente corretto che ha revisionato anche il concetto di ironia e satira, di ciò che può essere usato per far ridere e di ciò che, invece, può risultare offensivo. Ad oggi, lo stesso spot con Siffredi che nel 2006 fece sorride, inevitabilmente non avrebbe più funzionato.

In ogni caso la vicenda ha provocato un acceso dibattito sui social network, con pareri contrastanti. Alcuni utenti hanno espresso solidarietà all’Aiart, definendo lo spot “irrispettoso” e “offensivo”, mentre altri hanno difeso la libertà di espressione e di satira.

La decisione dell’Iap è comunque destinata a creare un precedente importante per la pubblicità in Italia, aprendo la strada a un maggiore controllo dei contenuti ritenuti offensivi per il sentimento religioso e non solo.

Chiara Imbimbo
Chiara Imbimbo
Laureata in Filologia Moderna alle Federico II di Napoli con una tesi in critica letteraria. Iscritta all’albo dei giornalisti come pubblicista coltiva la passione per il cinema, la lettura e la scrittura.

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