Marco e Claudio Marrandino, Cesa chiede giustizia per la morte dei giovani incensurati

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Continua a commuovere la vicenda dei fratelli Marco e Claudio Marrandino, uccisi in strada da un operaio 53 che ha sparato ai due, per poi puntare un’arma contro i carabinieri.

Del movente del delitto non si sa nulla di certo; il killer parla di “litigio sulla viabilità”, mentre sua moglie giustifica il tutto come “un equivoco”. La città di Cesa, luogo in cui i due giovani vivevano, ora chiede giustizia e lo fa con una fiaccolata a cui ieri hanno partecipato in tanti, facendo volare palloncini bianchi, mentre si percorrevano le strade di Cesa in assoluto silenzio.

Il delitto è avvenuto sotto gli occhi dei carabinieri, espressione di quella legalità di cui il killer è stato noncurante. Soprattutto questo corrobora l’indignazione dei cittadini di Cesa, e del sindaco Vincenzo Guida.

Marco, di professione avvocato impegnato in passato in politica, era andato a prendere il fratello minore all’aeroporto nel primo pomeriggio del 15 giugno. Claudio era un imprenditore e stava aspettando l’arrivo del fratello, in un giorno qualundue.

Poi i corpi dei due sono stati trovati tra Succivo e Orta di Atella, all’uscita dell’Asse Mediano. Un primo fratello era all’interno di una Bmw bianca, l’altro, poco distante, era riverso della vettura. Gli inquirenti hanno ipotizzato che avesse tentato di salvarsi scendendo dall’auto.

Le telecamere riprendono l’omicidio in diretta. Si vede arrivare un’auto grigia da cui scende un uomo che fa fuoco prima su uno dei due fratelli, per tentare di raggiungere il secondo in fuga. L’uomo spara sui due incensurati e poi si allontana.

I due giovani di 39 e 29 anni sono morti, mentre il loro killer finge un malore per poi farsi portare in ospedale, forse per crearsi un alibi.

L’operaio appassionato di armi, conosceva le due vittime. Le ha uccise con una calibro 9×21, colpendoli alla testa e alla schiena. Le dichiarazioni da lui rilasciate sull’alterco legato alla viabilità, non convincono gli inquirenti ed i cittadini di Cesa, che ipotizzano l’esistenza di motivazioni personali, dietro il folle gesto.

Sembrerebbe infatti che i fratelli Marrandino avessero preso parte ad un’asta giudiziaria per un appartamento confiscato al killer, per debiti.

Intanto il primo cittadino di Cesa è incredulo per quanto avvenuto. Guida conosceva bene Marco, con cui aveva diviso esperienze politiche, sebbene in ruoli contrapposti, ed ora a nome della comunità e soprattutto della famiglia dei due giovani uccisi, lancia un appello all’operaio macchiatosi del delitto, affinchè restituisca almeno verità alla famiglia delle vittime, raccontando realmente cosa lo abbia spinta al cruento gesto. 

Pina Stendardo
Pina Stendardo
Giornalista attenta ai fermenti quotidiani, raccontati con umanità. Convinta che scrivere sia un atto d’amore e responsabilità, ama divulgare il bello dell’Arte e del sociale, proponendo una narrazione alternativa sullo spaccato culturale.

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