Le elezioni comunali 2024 invertono la rotta di quanto accaduto nel governo centrale, facendo primeggiare il centrosinistra nei capoluoghi di provincia.
Le elezioni svolte in due turni, con previsione di ballottaggio, hanno visto una affluenza ferma al 47,71% . Il PD vive il suo momento di rilancio e dopo aver conquistato Cagliari e Pavia al primo turno, si assesta al ballottaggio anche a Perugia, Potenza e Vibo Valencia, così come a Bergamo, Cesena, Livorno, Modena, Pesaro, Prato e Reggio Emilia. Sindaci del centrosinistra sono anche quelli di Bari, Firenze, Cremona, Campobasso. Il centrodestra si è affermato invece, a Rovigo, Caltanissetta, Ascoli Piceno, Biella, Ferrara, Forlì, Pescara, Vercelli, Urbino. Le liste civiche hanno conquistato solo Verbania ed Avellino.
In sette capoluoghi di provincia il centrosinistra ha imposto il suo vento. Caso simbolico è quello di Firenze con Sara Funaro, sindaca in vantaggio. Il risultato di Vito Leccese a Bari è invece incolmabile, e lo avvicina alla proclamazione.
Più che soddisfatta la segretaria dem Elly Schlein, che ha chiamato i neo sindaci, dopo aver loro dimostrato vicinanza durante le campagne elettorali.
Risultato incredibile anche a Perugia dove è diventata prima cittadina Vittoria Ferdinando, che con il PD salirà a Palazzo dei Priori. La vittoria elettorale nei comuni dell’Italia ha dimostrato sicuramente che la coalizione meloniana sta perdendo colpi, lasciando così margini di introduzione nel favore degli italiani, per l’opposizione del centrosinistra. Basti pensare che il PD ha guadagnato in questa corsa elettorale, più del 60% a Firenze e più del 70% a Bari.
I sondaggisti indagano però ad ampio raggio, tutta la politica italiana dopo la giornata dei ballottaggi, e rivelano il dato di una destra ancora piuttosto solida nel Paese, anche se il PD sta acquisendo un nuovo volto e dovrà fare i conti, secondo le previsioni, con l’avanzare pian piano di Avs. Confermata anche nell’amministrativo invece, la discesa dei Cinque stelle. Il vero banco di prova tra le varie coalizioni sarà però al governo e verterà nei prossimi mesi sulla battaglia su premierato, autonomia regionale e salari, che farà davvero pendere l’ago del favore italiano da una parte, piuttosto che dall’altra.