Da Macron a Micron, come lo hanno soprannominato dopo la debacle del primo turno delle presidenziali. In Francia la destra di Marine Le Pen avanza, anche se è presto per gridare alla vittoria definitiva.
Rassemblement National si è fermato al 33,5% dei voti, mentre Macron al 22,1%. Emmanuel punta ora a nuovi accordi di desistenza con la sinistra, per il secondo turno del 7 luglio.
Nel prossimo appuntamento elettorale bisognerà raggiungere 289 seggi per conquistare la maggioranza assoluta. Intanto al primo turno sono stati eletti 39 deputati del RN, rispetto ai 32 del Nuovo fronte popolare.
Questo scenario potrebbe profilare un ritratto francese fino ad ora impensabile, ovvero la presenza di Emmanuel Macron accanto ad un governo diametralmente opposto al proprio.
Nel secondo turno gli elettori potranno esprimersi su tutti i candidati che hanno ottenuto almeno il 12,5% dei voti. Saranno eletti con maggioranza relativa.
La partita tra Le Pen e Macron resta ancora aperta. Si giocherà effettivamente sulle alleanze. Vero è che per quanto concerne la compagine di sinistra essa non è molto omogenea, ragion per cui questa sfida delle alleanze potrebbe risultare più delicata del previsto.
Possibile un accordo con i Socialisti considerati la frangia più moderata dell’ala di sinistra. Qualora a quest’ultimo venissero offerti governi tecnici, l’accordo sarebbe semplicissimo.
Diverso il discorso dei Repubblicani, che nonostante abbiano conquistato un 10%, non intendono aiutare nessuno, restando a guardare la partita aperta in una Francia molto divisa.