La spiaggia è un diritto di tutti da vivere liberamente d’estate. Di questo avviso è il Consiglio di Stato che considera gli stabilimenti balneari abusivi, in quanto contrastanti la direttiva Bolkestein ed il trattato Ue.
Per l’Europa dunque, sono illegittime le proroghe generalizzate delle concessioni demaniali. Tradotto in parole povere, ognuno potrebbe, dati i risultati attuali, piantare il proprio ombrellone anche sulla spiaggia demaniale.
Le concessioni demaniali marittime con finalità turistico-ricreativa andrebbero dunque, contro il principio di libera concorrenza e di libertà di stabilimento. Non solo, sarebbero contrastanti perfino con l’art.49 del Trattato sul funzionamento dell’Unione Europea che garantisce la disponibilità per i cittadini dei suoli demaniali.
I titoli demaniali sono infatti scaduti nel 2023, a fine dicembre, ma secondo un report del governo italiano solo il 33% delle nostre coste è in concessione. Eppure, nonostante questo dato, l’Ue sancisce che l’Italia sta contraddicendo i principi Bolkestein, che obbligano gli Stati membri, in nome della concorrenza di mercato, a liberalizzare le spiagge pubbliche, da affidare in concessione con gare pubbliche aperte a tutti gli operatori europei.
ITALIA E DIRETTIVA BOLKESTEIN
La direttiva Bolkestein, ispirata al nome del commissario europeo Frederik Bolkestein, è stata recepita dall’Italia nel 2010, pur essendo stata emanata in Europa nel 2006.
Si esprime sulla concessione delle spiagge, che in Italia fanno parte del demanio, ovvero dei dei beni appartenenti allo Stato, che non possono essere venduti ai privati, ma affidati in concessione.
La direttiva di cui sopra, intende però garantire parità di professionisti e imprese nell’accesso ai mercati Ue, stabilendo che “qualora il numero di autorizzazioni disponibili per una determinata attività sia limitato per via della scarsità delle risorse naturali o delle capacità tecniche utilizzabili, gli Stati dell’Ue devono avviare una procedura di selezione tra i candidati a cui affidare le autorizzazioni, seguendo principi di imparzialità e trasparenza”.
I vari partiti avvicendatisi ai governi, hanno però mostrato contrarietà alla messa a gara delle concessioni balneari, proprio perchè in Italia non ci sarebbe scarsità di spiagge da dare in concessione.