Si concludono oggi 3 luglio, i lavori a Sintra (Portogallo), di governatori delle banche centrali europee, giornalisti e rappresentanti dei mercati finanziari, riuniti al Forum della Bce sulle banche centrali. Lo scopo primario è quello di valutare le politiche economiche future, partendo da un esame delle problematiche monetarie attuali.
La vera spina nel fianco mondiale risulta l’inflazione, che dal 2022 in poi, ha visto un aumento sproporzionato dei prezzi, costringendo la Banca centrale europea a prendere provvedimenti fissando un target al 2%. Il mancato raggiungimento del tetto prestabilito, sta creando non poche difficoltà all’area euro, allo stato attuale vittima di un intervento restrittivo, nonostante la Bce abbia tagliato i tassi di interesse.
Pesa sui mercati monetari anche l’incertezza politica francese, che indica come la stabilità politica dei Pesi Ue influisca sulle scelte economiche di tutti. Intanto in Portogallo si continua a discutere di economia della biodiversità, cicli di politica monetaria, produttività dell’area euro, e tassi di interesse di equilibrio.
Christine Lagarde, presidente della Banca centrale europea, ha ribadito che l’attuale politica economica Ue sia abbastanza incerta: “Abbiamo fatto molta strada nella lotta contro l’inflazione: nell’ottobre 2022 ha raggiunto il picco del 10,6%. A settembre 2023, l’ultima volta che abbiamo aumentato i tassi, erano scesi di oltre la metà, al 5,2%. E poi, dopo nove mesi di tassi stabili, abbiamo visto l’inflazione dimezzarsi di nuovo al 2,6%, il che ci ha portato a tagliare i tassi per la prima volta a giugno”.
Le azioni della Bce mirano di continuo a far scendere i prezzi, alla luce di shock non legati alla domanda e all’offerta, aumento dei tassi ripido, costi per l’economia ‘inevitabili’.
Se da un lato si è cercato di domare l’inflazione, dall’altro inevitabilmente si è frenata la crescita economica Ue.
Lagarde appare fiduciosa per il futuro e rassicura i Paesi Ue: “L’inflazione ha raggiunto un picco molto più elevato rispetto ai precedenti atterraggi morbidi, ma ha anche decelerato più rapidamente e l’occupazione è cresciuta nonostante il rallentamento della crescita del PIL”.