Recensione – ‘Tableau de Mariage’, l’innovativo esperimento di Mario Gelardi smonta il meccanismo della festa matrimoniale

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Un invito a un ricevimento di nozze speciale, per smontare tutti i paradossi dei festeggiamenti del matrimonio con l’espediente del teatro in una elegante atmosfera napoletana.

In attesa che gli sposi ritornino dal servizio fotografico, gli invitati (tutti sotto la soglia dei 35 anni), cercano di salvare le apparenze rispettando i ruoli imposti dalla rigida gerarchia del Tableau de Mariage, da cui il titolo della singolare rappresentazione teatrale ambientata fuori dai canonici luoghi della prosa.
A volerlo è l’intuizione geniale di Mario Gelardi, che come sempre innova ed osa con la regia ntS’, lavorando questa volta, sulla drammaturgia di Elvira Buonocore.

Tutto è aperto nella singolare piéce ambientata a Palazzo Caracciolo: il cortile dell’aperitivo prefestivo, l’attesa interminabile degli sposi, il dubbio sulla loro felicità, l’interazione con il pubblico, così come la risposta sociale ad un evento che fa da spartiacque tra la fine della vita giovanile e l’inizio dell’età adulta.

L’espediente teatrale punta ad un mash up di ingredienti matrimoniali: il dress code, il fotografo di nozze, l’importanza della stylist che crea l’abito da sposa, la paturnia organizzativa della wedding planner, l’animazione musicale del ricevimento, così come i colloqui tra gli invitati, che aprono a un dibattito sul finto perbenismo delle nozze, rifiutando il canone preimpostato dei posti a sedere del tableau de mariage.

In realtà è proprio l’organigramma delle sedute per il banchetto nuziale, a mettere in crisi le relazioni. Sovverte la piramide prioritaria delle nozze, ponendo sotto la lente di ingrandimento la finzione dei rapporti e il senso di scelta di essere chi si vuole, stando a tavola con chi si desidera.

Fresco e in divenire, lo spettacolo mostra il tedio scaturito dai lunghi banchetti matrimoniali, paragonabili quasi ad un sequestro di persona da cui non ci si può sottrarre, pur di ottemperare al dovere di vivere tutte le fasi del giorno più bello di due futuri sposi.

Il senso di critica alimenta l’intera rappresentazione, più che verosimile, interpretata dagli attori del Nuovo Teatro Sanità che si muovono liberamente sulle note musicali di Carlo Vannini, pronto ad incorniciare l’intrattenimento teatrale, come se realmente stesse animando una festa nuziale.

Così tra classici della canzone italiana, danze improvvisate, calici alzati per brindare, giravolte di gonne di abiti a festa, il vincolo anagrafico apre un buco nero sull’attualità: il mondo degli adulti deve essere fatto fuori!

Fuori dal divertimento, fuori dal futuro, in una inquietudine che non è più semplice fase della vita, ma assume contorni più o meno marcati, facendo incursione anche nei giovani-adulti. Si tratta di uno status di auto-esclusione che è tutta roba nostra, nel senso che si insinua quando meno ce lo si aspetta e porta l’io ad escludere l’altro che deve sederci accanto, su cui costruiamo preconcetti e pregiudizi pur di alimentare un ego che tutto è al di fuori che socialità.

In tal senso lo spettacolo ‘Tableau de Mariage’ resta un sipario spalancato sul mondo che si chiude a se stesso nel senso ossessivo del giudizio ipocrita, avulso dalla fotografia realistica di un reportage ottimista sia per i giovani che per gli adulti.

L’accoppiata Geraldi-Buonocore affida all’imprevisto, l’atto da cui occorre lasciarsi sconvolgere la vita, nella dimensione privilegiata di osservarla per imparare cosa e come non dobbiamo essere, sia da giovani che da adulti.

Pina Stendardo
Pina Stendardo
Giornalista attenta ai fermenti quotidiani, raccontati con umanità. Convinta che scrivere sia un atto d’amore e responsabilità, ama divulgare il bello dell’Arte e del sociale, proponendo una narrazione alternativa sullo spaccato culturale.

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