I partiti di destra avanzano negli Stati mebri. Ciò accade in Italia, in Francia, in Spagna, in Germania, per fare degli esempi, ma la maggioranza che sostiene Ursula von der Leyen resta arroccata. Popolari, socialisti e liberali, alla guida dell’Europa fino ad ora, potranno nuovamente eleggere il presidente Ue.
Su 726 leggi la maggioranza della Von der Leyyen ne occupa 404. Addirittura si è assistito ad una lieve crescita del PPI che passa da 176 eurodeputati a 191, mentre i socialisti si assestano intorno ai 135 deputati.
Ursula esulta e dice: “Noi siamo ancora il primo partito”. Consapevole di aver vinto le elezioni, si è detta fiduciosa di ottenere nuovamente il sostegno al consiglio europeo. L’idea è quella di dare una stabilità all’Unione, iniziando il confronto con i partiti con cui ha lavorato negli ultimi cinque anni.
Proiettata a costruire nuovi ponti per la maggioranza che si è affermata, in un secondo mandato il claim è: pro Ue, pro Ucraina e pro Stato di diritto.
Il suo lavoro, per avere continuità, dovrá essere indirizzato al dialogo con Socialisti e Renew. La maggioranza composta da Ppe, Socialisti e Renew perde 15 eurodeputati ma resiste.
Il Ppe ottiene 189 seggi e chiede dunque, a Socialisti e Renew un’alleanza pro-europea. Manfred Weber del Ppe ha elogiato Ursula, invitando i Socialisti e Renew a unirsi per un’alleanza pro-europea, intendendo dare priorità al voto del presidente in Europa.
Anche i socialisti (con 135 seggi, 5 in meno degli attuali), si congratulano con von der Leyen. Il vicepresidente del gruppo, Pedro Marques, sottolinea che “è fondamentale che non ci sia una coalizione con l’estrema destra: nessuna coalizione con l’Ecr e Id. Se altri gruppi dovessero essere chiamati ai tavoli negoziali, devono essere pro Europa e democratici”.
Il terzo gruppo parlamentare resta Renew europe e nelle parole di Mihaylova che lo rappresenta, si legge la volontà di caldeggiare un eventuale Ursula bis.


