Sistema nervoso di allarme retrovisore per non farsi sorprendere alle spalle.
Una figura in particolare mi ha dato una grande ispirazione per trovare corrispondenza nelle contraddizioni a cui assistivo ed alla realtà che osservavo, ed è quella del Giano bifronte, una delle divinità più antiche e più importanti della religione romana, latina e italica. Solitamente è raffigurato proprio con due volti, orientati a guardare il futuro e il passato, ma non il presente. E’ il dio degli inizi, materiali e immateriali, e da’ il nome alla figura di riferimento della città verso cui ho orbitato lungamente, Gennaro, che ha un nome che deriva proprio da Giano, Ianuario. Ed anche il mese dell’anno ha il nome dall’etimo simile, poiché rivolto ad un futuro, un inizio, ma è anche collegato e attaccato all’anno passato, appena trascorso.
Una entità rivolta al passato ed al futuro è una ispirazione incerta, che non considera il presente e per questo lo isola, valorizzandone l’importanza. Ma mi ha dato una chiave di lettura per molti luoghi e molte delle vite, delle esperienze che ho vissuto.
Riflettendo sulla parola penso anche al simbolo di una statua che è possibile osservare nella villa di Castellammare che è l’allegoria di stabia. Non pensa al presente ma fugge ed è rivolta col corpo al futuro, attaccando al corpo la sua progenie, ma con la testa ed una mano al passato ed indica anche fisicamente il gigante della montagna che osserva placido e addormentato, ancora adesso.
Chissà cosa ha ancora da insegnarmi, il passato. Chissà quante strade riuscirò ancora a trovare per poter restare sul momento presente, sentendone l’importanza e il senso per poter realizzare la versione di me che preferisco nel futuro, non dimenticando ma neanche finendo succube del mio passato, senza guardamici troppo, arèto.
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