Israele sta cercando di ridurre al minimo le vittime civili a Gaza, ma “sfortunatamente non ci stiamo riuscendo”. Ad affermarlo è il premier israeliano Benjamin Netanyahu in un’intervista alla Cbs in cui ha dichiarato anche che “ad Hamas non interessa nulla dei palestinesi”.
Dal sanguinoso attacco di Hamas al suo territorio, il 7 ottobre, Israele ha giurato di “annientare” il movimento islamista, classificato come organizzazione terroristica da Stati Uniti, Unione Europea e Israele e nei bombardamenti senza sosta, nel suo mirino, continuano a finire civili.
Dal 27 ottobre, data in cui è iniziato l’operazione di Israele via terra, sono stati uccisi anche 51 soldati.
Da mercoledì, invece, Israele ha lanciato un’operazione contro l’ospedale al-Shifa, il principale di Gaza City, ancora senza acqua ed elettricità, con l’intento di scovare nascondigli di Hamas.
L’ospedale ospita oltre 2300 civili le cui sorti preoccupano la comunità internazionale considerando anche l’alto numero di bambini prematuri le cui incubatrici sono senza elettricità.
Nella giornata di ieri, però, 150 mila litri di gasolio sono usciti dal valico di Rafah con l’obiettivo di rifornire gli ospedali della Striscia e in serata sono giunti i primi 17 mila litri.
Intanto Daniel Hagari, portavoce militare israeliano, ha affermato che l’operazione condotta “in terra, in cielo e dal mare proseguirà ovunque si trovino i miliziani e poiché Hamas si trova anche nel sud della Striscia, si estenderà lì. Ciò avverrà nel tempo, nel luogo e nelle condizioni che stimeremo più favorevoli. Ma avverrà”.


