É agli sgoccioli la tregua tra Israele ed Hamas che oggi giunge al quarto ed ultimo giorno. E mentre Israele è sotto pressione, internamente e esternamente per cercare di prolungarla, nella giornata di ieri un altro gruppo di ostaggi è stato liberato: 14 persone israeliane e 3 stranieri tra cui anche la bambina di 4 anni israelo-americana Abigail Mord Edan i cui genitori sono rimasti uccisi nell’attacco del 7 ottobre.
Nella giornata di oggi altri 11 ostaggi israeliani saranno rilasciati, sempre in cambio di circa il triplo di detenuti palestinesi, andando così a completare la lista dei 50 ostaggi che dovevano essere rilasciati durante questo cessate il fuoco negoziato da America, Quatar ed Egitto.
Una tregua che sta scuotendo l’opinione pubblica israeliana e che potrebbe prolungarsi per altri giorni grazie agli interventi delle cancellerie di molti paesi che stanno lavorando affinché si eviti una ripresa dei combattimenti che possa ulteriormente aggravare la crisi umanitaria a Gaza. Ma per Netanyahu il tempo non è dalla parte di Israele e, un’eccessiva durata della tregua, potrebbe lasciare il tempo ad Hamas di riorganizzarsi. “Continuiamo fino alla fine, fino alla vittoria. Niente ci fermerà” – ha affermato il primo ministro Israeliano sotto pressione, però, dai parenti degli ostaggi che nella giornata di ieri si sono radunati nel centro di Tel Aviv cantando “Ora, tutti, adesso” per chiedere la liberazione di tutti gli ostaggi detenuti nell’inferno di Hamas.
Il Quatar, intanto, sta lavorando per garantire che i combattimenti non riprendano ma ciò, come riferisce il portavoce del Ministero degli Affari Esteri Majed al-Ansari “Può essere fatto solo con la volontà politica, non solo da parte di israeliani e palestinesi ma anche di altri partner”. Una fonte vicino ad Hamas ha fatto sapere che il movimento sarebbe d’accordo nel prolungare l’attuale tregua di due o quattro giorni.