Polemica Rai per Israele, sotto scorta l’Ad Roberto Sergio

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Dopo Sanremo tormentato per la Rai. La puntata di Domenica In trasmessa in diretta da Rai 1, ha visto Roberto Sergio al centro di una polemica. Mentre l’Ad aveva dato a sorpresa un comunicato da far leggere a Mara Venier, che sembra fosse ignara di quanto consegnatole, la Rai si poneva a sostegno di Israele, dopo l’intervento dei cantanti Ghali e Dargen D’Amico, che a fine esibizione avevano chiesto lo stop alla guerra e la conseguente pace.

I social indignati, hanno iniziato a risentirsi del messaggio di schieramento netto della Rai che rappresenta la linea governativa vigente. La guerra è guerra, tuonano giustamente tutti; non esistono morti di serie A e morti di serie B. E invece l’Ad nel comunicato divulgato aveva scritto: “Ho vissuto assieme all’ambasciatore Bar ed alla presidente Di Segni gli eventi che la Rai ha dedicato alla memoria della Shoah nell’ultima settimana di gennaio. E ogni giorno i nostri telegiornali e i nostri programmi raccontano – e continueranno a farlo – la tragedia degli ostaggi nelle mani di Hamas, oltre a ricordare la strage dei bambini, donne e uomini del 7 ottobre. La mia solidarietà al popolo di Israele ed alla comunità ebraica è sentita e convinta”.

Sull’argomento è anche intervenuto Maurizio Gasparri, membro della commissione di vigilanza Rai, per frenare il risentimento dell’ambasciatore israeliano a Roma Alon Bar, che aveva parlato di “odio diffuso dal palco di Sanremo”. 

Gasparri ha chiesto all’azienda pubblica di scusarsi: “La Rai non può vivere fuori dalla realtà. Rinnovo la mia solidarietà all’ambasciatore Bar e al popolo di Israele che il 7 ottobre ha subito un’aggressione paragonabile alle persecuzioni della Shoah”.

Da qui il comunicato stampa divulgato in diretta, che ha attirato l’accusa di censura su Mara Venier, la quale per “tempi stretti” televisivi, ha dovuto interrompere l’intervento di Dargen D’Amico sull’argomento che era arrivato addirittura a coinvolgere i migranti.

La Venier è finita alla gogna, tanto da scusarsi per quanto accaduto, mentre lo stesso Amadeus è intervenuto sulla querelle che ha preso una piega politica, come non voluto dal contenitore sanremese. “Il Festival di Sanremo non ha mai promosso odio, – ha detto il conduttore – ha sempre parlato di inclusione, libertà. E i cantanti che sono saliti sul palco hanno chiesto la fine della guerra, hanno chiesto la pace”.

“La guerra da qualsiasi parte è da condannare, non c’è una guerra da un lato o dall’altro più meritevole”, ha concluso il direttore artistico di Sanremo.

Da qui la scelta del Ministero dell’Interni di tutelare l’amministratore delegato Rai, Roberto Sergio, per minacce ricevute dopo il sostegno ad Israele. La procura di Roma ha infatti ricevuto una prima informativa su quanto accaduto, e sta valutando eventuali ipotesi di reato.

Ieri mattina l’Ad è stato posto sotto tutela, onde evitare ripercussioni più serie.

Il comportamento dell’Ad ha fatto registrare sconcerto ovunque, con presidi mobilitati e repressi, ad esempio davanti alla sede Rai di Napoli, mentre altri sono stati annunciati in ulteriori città.

I piani alti di Viale Mazzini sono in subbuglio per il disappunto anche della consigliera in quota Pd, Francesca Bria, e del consigliere eletto dai dipendenti, Davide Di Pietro, che lamentavano la mancanza di equilibrio del gesto, insieme alle rimostranze presentate all’Ad dalla presidente Marinella Soldi, che ha espresso disappunto sia per il metodo che per le parole del comunicato.

Pina Stendardo
Pina Stendardo
Giornalista attenta ai fermenti quotidiani, raccontati con umanità. Convinta che scrivere sia un atto d’amore e responsabilità, ama divulgare il bello dell’Arte e del sociale, proponendo una narrazione alternativa sullo spaccato culturale.

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