Momenti di tensione nel corteo organizzato a Milano nella giornata di ieri, per sostenere la causa di Ilaria Salis, detenuta a Budapest da più di un anno ed accusata di aver partecipato a due aggressioni antifasciste.
I cittadini meneghini solidarizzano con la trentanovenne monzese e dalle sette del pomeriggio del 17 febbraio tra colonne di San Lorenzo e via Gola, fino a Porta Ticinese, Piazza 24 maggio e corso San Gottardo, hanno manifestato con striscioni alla mano.
Ilaria tornerà in udienza a Budapest il 28 marzo, come riferito dal ministro degli esteri Antonio Tajani. Per la donna si punta ai domiciliari in Italia.
La protesta in atto ha permesso comunque al carcere di Budapest di beneficiarne per essere operare interventi di ristrutturazione. Il padre di Ilaria Salis ha comunicato che dopo il caos mediatico sta avvenendo la messa a nuovo delle docce carcerarie e l’imbiancamento delle celle.
Ad Ilaria è stato anche consegnato un hard disk con dei filmati nei quali potrebbero esserci 2 o 3 minuti da individuare, che servirebbero a scagionarla. Inizialmente il materiale non le era stato dato; adesso potrà consultarlo solo per un paio d’ore, due o tre volte alla settimana.
‘Né prigione Né tradizione, free all antifas da Milano a Budapest’, questa è la protesta della sommossa che ha raggiunto via Conchetta a Milano.
Durante il corteo, verso la polizia e i carabinieri, sono stati lanciati una bomba carta e dei petardi. Non sono mancati imbrattamenti con scritte ‘ruba occupa resisti’, ‘assassini’, ‘fuoco al capitale’, ’41 bis tortura’. Colpite anche sette vetrine di banche e pensiline delle fermate Atm.