Dichiarazione programmatica o propaganda politica implicita quella di Putin che si dice pronto a una guerra nucleare se la Russia venisse minacciata?
A poche ore dall’apertura delle urne Vladimir Putin riapre il dibattito nucleare con l’Occidente, lasciando intendere che tutto è già pronto per una guerra, qualora gli Stati Uniti in particolare, creassero una esclation politica compromettente.
“Da un punto di vista tecnico-militare, la Russia è pronta per una guerra nucleare se c’è una minaccia allo Stato, alla sovranità o all’indipendenza russa. Le armi esistono per essere usate“.
Mentre lancia questa “bomba mediatica” corregge il tiro sostenendo che usare questo tipo di armi non rientra nei desideri del Cremlino.
Ancora una volta Putin ribadisce il valore della potenza russa, intervistato sulle reti televisive del Paese. Lo fa alla vigilia di un voto previsto il 15-17 marzo. L’intento è di restare al Cremlino fino al 2030, se non fino al 2036. Dopo 24 anni di saldo potere, Putin spera in una riconferma, scalzando i tre gli sfidanti: il conservatore nazionalista Leonid Slutsky, il candidato del Partito comunista Nikolai Kharitonov e il giovane uomo d’affari Vladislav Davankov.
La repressione del dissenso in Russia, lo scontro con l’Occidente e la guerra in Ucraina sono i tre capisaldi che il capo del Cremlino spera inducano il popolo a riflettere sul da farsi.
Significativo è un dato da cui non si può prescindere. L’oppositore Aleksei Navalny, pochi giorni prima di morire nel carcere in Siberia, aveva sostenuto la campagna ideata da Reznik, intitolata “Mezzogiorno contro Putin”, poi rilanciata dalla vedova, Yulia Navalnaya che ha invitato a votare scrivendo il nome del marito per rendere nulla la preferenza elettorale.
Reznik, senza sostenere alcun candidato, ha invece sollecitato i russi a giocare di strategia, restando in fila per votare in modo silenzioso, così da evitare l’intervento della polizia con gravi ripercussioni. Coloro che sono contro Putin potrebbero votare, come suggerisce, in modo simultaneo, il 17 marzo (ultimo giorno di elezioni), alle 12.00.