L’Istat ha pubblicato le stime preliminari sulla povertà in Italia che rileva un quadro preoccupante: nel 2023, 5,7 milioni di persone si trovavano in condizione di povertà assoluta, pari al 9,7% della popolazione. Si tratta di un aumento di 357mila unità rispetto al 2022, con un’incidenza in crescita soprattutto nel Mezzogiorno (13,3%) e tra le famiglie con tre o più figli minori (22,3%).
Le cause della povertà in Italia sono molteplici e complesse, tra cui si annoverano la bassa crescita economica con il PIL italiano è ancora in fase di ripresa dopo la crisi del 2008, con un tasso di crescita inferiore alla media europea, il precariato del lavoro, un alto tasso di disoccupazione e da una diffusione crescente di contratti atipici e precari, che offrono salari bassi e poca stabilità.
A contribuire alla povertà in Italia anche le disuguaglianze sociali e il divario tra ricchi e poveri che in Italia è uno dei più alti in Europa.
Anche il costo della vita, con l’aumento dei prezzi di beni e servizi essenziali, come l’energia e gli alimentari, ha reso più difficile per molte famiglie arrivare a fine mese contribuendo così alla crescita del tasso di povertà.
La povertà ha un impatto significativo sulla vita delle persone, privandole di opportunità e diritti fondamentali. Le persone in povertà infatti, hanno maggiori probabilità di soffrire di malnutrizione e di problemi di salute, avere un livello di istruzione inferiore, essere esclusi dalla vita sociale e culturale e di vivere in condizioni abitative precarie.