Iran e Israele, nuovi scenari dopo la ‘guerra nei cieli’

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Preoccupa l’attacco della notte scorsa contro obiettivi militari israeliani, in risposta a quello avanzato dalle forze armate di Israele lo scorso 1 aprile, che ha provocato sette morti nel consolato a Damasco.

La reazione iraniana era stata presentata come diritto all’autodifesa, seguendo l’articolo 51 della carta delle Nazioni Unite. La risposta di aggressioni militari israeliane contro le sedi diplomatiche iraniane, avrebbe invece violato l’articolo 2, paragrafo 4 della carta delle Nazioni Unite.

Da qui l’attacco implicito proprio al consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, accusato di essere stato mancante nel mantenere pace e sicurezza internazionale. Il regime israeliano avrebbe oltrepassato le linee rosse violando i principi fondamentali del diritto internazionale, ragion per cui una esacerbazione del conflitto potrebbe avere una portata in ambito internazionale.

Se da un lato l’Iran si impegna a mantenere i principi del diritto internazionale cercando di evitare un’escalation del conflitto nella regione, dall’altro mette in guardia ogni provocazione militare da parte del regime israeliano.

Da qui la necessità di convocare in video conferenza i G7 e mercoledì prossimo i ministri degli esteri in riunione. Anche il capo della Farnesina ha attivato l’unità di crisi per assistere gli italiani presenti nella zona dell’attacco. Dal canto nostro la situazione sembra non avere particolari pericoli, come testimoniato dal ministro degli esteri Antonio Tajani. L’unità di crisi italiana sarebbe operativa 24 ore su 24, e la stessa Giorgia Meloni ha dovuto annullare tutti i suoi impegni in vista della riunione tra i leader, mentre il ministro degli esteri ha convocato gli ambasciatori dei paesi arabi per fare un punto sulla situazione iraniana.

Si invita ad adottare prudenza, sperando nel mancato contrattacco di Israele. Il timore è che si voglia cancellare Israele dalle cartine geografiche, pur continuando a propugnare l’ottica della pace e del cessate il fuoco.

Da un lato però, l’attacco con cui l’Iran ha risposto al bombardamento israeliano, ha rafforzato l’asse di resistenza da parte delle milizie sciite nella regione mediorientale. L’Iran ha molti alleati dalla sua, oltre ad una estensione geografica che coinvolge Siria, Iraq, Libano e Yemen, senza trascurare una cooperazione militare esistente tra Iran e Russia con i gruppi armati sostenuti dall’Iran in Medioriente (sperimentata soprattutto in Siria), che da un punto di vista tattico potrebbe avere le sue notevoli ripercussioni anche sull’Europa.

L’attacco contro Israele è stato comunque giudicato un’operazione senza precedenti. Da un punto di vista militare, droni e missili impiegati nell’operazione, sono armamenti in combinazione con il sistema di difesa Iron Dohme israeliano, condiviso con Stati Uniti Francia e Gran Bretagna. Per scongiurare adesso un conflitto diretto occorre la capacità diplomatica, anche se il timore più grande vigente, riguarda i futuri passi che Israele compirà sui territori palestinesi. All’Europa è demandato dunque l’incarico di creare dialogo per la pace per garantire sicurezza allo Stato ebraico che deve convivere con gli altri popoli della regione.

Pina Stendardo
Pina Stendardo
Giornalista attenta ai fermenti quotidiani, raccontati con umanità. Convinta che scrivere sia un atto d’amore e responsabilità, ama divulgare il bello dell’Arte e del sociale, proponendo una narrazione alternativa sullo spaccato culturale.

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