La politica entra negli Esteri. Ilaria Salis sarà candidata alle Europee. L’annuncio divulgato ieri in accordo con il padre della detenuta italiana a Budapest, la vedrà concorrere nelle nelle liste di Avs (Alleanza Verdi Sinistra). La domanda per l’Italia è una: qualora venisse letta la 39enne, cosa accadrà?
Se in Ungheria l’immunità è prevista alla immediata presentazione delle liste, diversamente accade in Italia dove è subordinata alla elezione.
La replica del modello del caso Salis non tarda ad essere adottata in Grecia, dove il partito conservatore Nuova Democrazia, ha inserito nella sua lista elettorale per l’Ue Fredi Beleri, un sindaco albanese condannato a due anni di reclusione. L’accusa per l’uomo è di traffico di influenze con l’Albania.
Ad Ilaria intanto sono stati negati i domiciliari a Budapest ma la premier Meloni spera che la storia dell’Eurocamera si ripeta come nel caso di Enzo Tortora, arrestato nel giugno 1984. Il presentatore televisivo fu eletto al Parlamento europeo con il Partito radicale con 414.514 preferenze ed il 20 giugno fu liberato per immunità. A Strasburgo ci fu il colpo di scena: chiese all’assemblea di concedere l’autorizzazione a procedere che lo portò prima alla condanna e poi all’assoluzione in appello.
Nel caso di Ilaria si spera che la scarcerazione sia immediata e che la ragazza la accetti di buon grado dopo una eventuale elezione. Secondo le norme italiane la donna dovrebbe attendere in carcere l’esito delle europee. Il Trattato sul funzionamento dell’Unione europea contempla l’esenzione da ogni provvedimento di detenzione e da ogni procedimento giudiziario. Ma potrebbe accadere anche che dopo la scarcerazione l’Ungheria possa chiedere all’Europarlamento di autorizzare un nuovo arresto, o la prosecuzione del processo. Inoltre non sembra essere conseguenziale l’applicazione dell’immunità perchè, come riferisce il legale ungherese di Ilaria, Gyorgy Magyar, le imputazioni a suo carico si riferiscono a fatti precedenti alla candidatura.