Nuovi particolari sugli abusi al Carcere Minorile Beccaria di Milano. Il procuratore Marcello Viola in conferenza stampa ha parlato di “vicenda dolorosa e una brutta pagina per le istituzioni”.
Ammanettati dietro la schiena per essere pestati in un ufficio preposto; aggrediti con bastoni in celle di isolamento da ristrutturare, prive di telecamere; picchiati con sacchi di sabbia per non lasciare segni visibili. Questo quello che divulga il procuratore a cui i minori detenuti hanno descritto “il clima invivibile del carcere”, in cui “in qualsiasi momento potevano essere pestati”.
Su 50 agenti dell’istituto penitenziario, 21 sono indagati. A rendere viva l’idea dei maltrattamenti è la testimonianza di un detenuto. “Perdevo sangue dalla bocca e dal naso e in quattro continuavano a picchiarmi”. Sono le parole verbalizzate di una delle giovani presunte vittime.
Quando entra nei particolari sembra che bastasse una sciocchezza per scatenare il pestaggio. Nell’ufficio del capoposto, privo di telecamere, il giovane chiese un accendino all’agente Danilo che lo fece uscire dalla cella portandolo in una stanza con altri tre poliziotti. “Dopo che ho detto ‘sta cosa, mi ha tirato lo schiaffo, Dopo che l’ho spostato hanno iniziato ad aggredirmi tutti quanto riempiendomi di calci e pugni, buttandomi anche per terra con lesioni qua sulla spalla e mi sono alzato pieno di sangue. Poi mi hanno portato in bagno, mi fanno ‘Figlio di puttana vedi di sciacquarti perchè se no te ne diamo altre. Vedi di muoverti. Adesso non devi rompere piu’ i coglioni”.
Parole intimidatorie e minacce palesi, da quel che emerge secondo i procuratori che parlano di “mele marce” all’interno del Corpo penitenziario, senza voler generalizzare sull’operato degli agenti nelle carceri italiane.