Gender equality a Milano e Padova. In occasione del voto dell’8 e 9 giugno, si è deciso di abolire la suddivisione in file tra maschi e femmine.
Ciò ha comportato la modifica del regolamento all’interno dei servizi anagrafici del Comune, tenendo conto che molto spesso ci si può trovare davanti ad una donna truccata inviata a tutti gli effetti ma con documenti ancora da rettificare e declinati al maschile.
La scelta di determinare la pari opportunità rispettata in questi due comuni, è stata quella di posizionare un’unica fila unisex, per coloro che sono in fase di transizione, con documenti che non sono ancora completati. Diversamente, se non fosse stata adottata questa misura, come accaduto in passato, qualcuno sarebbe stato pervaso dall’idea di rinunciare al voto per evitare l’imbarazzo. Padova d’altronde da 17 anni è sede del Pride Village, il più grande festival LGBT+ di Italia.
“Si tratta di un’attenzione a costo zero che nulla cambia nel concreto ma che fa la differenza, esattamente come hai fatto sì che ci sia almeno una cabina di altezza giusta per persone sulla sedia rotelle”, specifica l’assessora Benciolini.
Sembra infatti che già ad Udine ed in altre città ci sia stata la corsa all’informazione sulla procedura da seguire per il voto, inviando il materiale elaborato ai presidenti di commissione perché ne prendessero atto.