Due modelli di lavoro a confronto, due stili di vita diversi proposti a seconda delle priorità che imprenditori, aziende e lavoratori intendono adottare in futuro.
Grecia e Svezia incarnano due scelte dicotomiche: una incentrata sul maggior guadagno; l’altra sul relax. Da qui i suggerimenti per il futuro del lavoro in Europa.
La proposta greca di una settimana lunga si fonda infatti su sei giorni di lavoro, con un aumento di stipendio del 40% nel sesto giorno supplementare. Il governo la avanza per cercare di risolvere la crisi di manodopera lavorativa stagionale, rivolgendosi così ai lavoratori attivi che seguendo questo regime, dal primo luglio (se i loro datori di lavoro lo richiederanno), potranno guadagnare anche di più. Il sesto giorno in Grecia sarà dunque contemplato come giorno di lavoro straordinario, assunto anche il fatto che la retribuzione raddoppierà se si tratterà di lavorare in un giorno festivo.
La nuova regola greca esclude però il settore del turismo, in cui la settimana di 40 ore era già stata abolita la scorsa estate. I settori in cui sarà adoperata la settimana lunga saranno dunque industria, telecomunicazioni, commercio al dettaglio.
Di per sè comunque la settimana di lavoro in Grecia risulta già la più lunga in Europa. Lo confermano i dati Eurostat, secondo cui i greci lavorano in media dalle 39,4 alle 48 ore a settimana.
Di contro invece, il sistema lavorativo svedese si fonda sul senso di pausa del lavoratore che può dettare maggiore produttività. La settimana corta a parità di salario rispetto a quella lunga, vede gli occupati impegnati solo 4 giorni su 7. Il modello che correla direttamente benessere del lavoratore con interesse delle aziende, dopo la Svezia è stato già introdotto in via sperimentale in altri paesi quali Germania, che a Berlino ha iniziato la sperimentazione di sei mesi in ben 45 aziende, Spagna, Islanda, Svezia, Finlandia e Regno Unito.
Anche l’Italia sta provando a seguire il modello. Il caso sperimentale è quello di Intesa San Paolo che ha proposto ai circa 28mila dipendenti del gruppo delle filiali, di scegliere se lavorare con settimana corta o lunga. Il 70% ha dunque optato per la settimana lavorativa di quattro giorni. Il modello è stato poi adoperato, in accordo sindacale, da Lamborghini, che prevede l’alternarsi di una settimana da 5 giorni e una da 4, ed EssilorLuxottica, che ha offerto ai dipendenti di scegliere la settimana lavorativa di quattro giorni per venti settimane all’anno.
Nelle istituzioni scolastiche ad esempio, dal 2022 è contemplata la scelta tra la settimana lunga o corta. La struttura intesa come opzione organizzativa regolativa della vita scolastica, riguarda dunque gli organi collegiali: Collegio Docenti, in virtù dell’autonomia didattica; e Consiglio di Istituto, in nome dell’autonomia organizzativa.
Nell’evoluzione di queste due differenti proposte governative di Grecia e Svezia, adesso occorrerà capire come gli italiani sceglieranno di orientarsi nel tempo del loro lavoro futuro.