Maternità surrogata come reato universale, il veto italiano contro la Carta dei diritti fondamentali Ue

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Italia sempre più bigotta, austera e conservatrice. L’ultima espressione del governo riguarda la maternità surrogata. La commissione Giustizia del Senato ha dato il via libera al disegno di legge che contempla il ricorso ad essa, come reato universale. Esaminati gli emendamenti, è sopraggiunto in Aula il parere favorevole del centrodestra, con provvedimento a firma di Fratelli d’Italia.

La premier Giorgia Meloni teneva fortemente a questo passaggio, siglato già il 26 luglio 2023. Dopo quasi un anno appaga il suo desiderio, contrariando tutte le opposizioni.

Per i dem risulta inaccettabile il provvedimento su cui Giorgia Meloni fa la corsa per il sì.  Riccardo Magi di +Europa parla di “accanimento persecutorio del governo ed obbrobrio giuridico pensato per arrestare i genitori che ricorrono a GPA all’estero”.

Definisce il provvedimento incostituzionale e contrario anche alla Carta dei diritti fondamentali dell’UE, cosa facilmente riscontrabile, perchè in base alle nuove disposizioni, le coppie che dovessero ricorrere all’estero all’accesso alla maternità surrogata, sarebbero sanzionabili al rientro in Italia, dalla legge qui presente.

In Europa la maternità surrogata è ammessa in Paesi come Cipro, Grecia, Macedonia del nord, Portogallo, Ucraina e Regno Unito. Chiamata anche “maternità di solidarietà”, viene contemplata come pratica anche in 48 stati sui 50 degli Stati Uniti, in tutto il Canada, a Cuba e in gran parte del Sud America, compresi Brasile ed Argentina. In Africa è possibile ricorrervi in Ghana, Benin, Nigeria, Kenya e nella Repubblica Sudafricana. Così come in Russia, in India, Kazakhstan, e in tutta l’Australia e Nuova Zelanda, per un totale di 65 paesi.

Restando fermi sulla maternità solidale che prevede la gestazione per altri senza alcuna compensazione, tranne quella riguardante le spese sanitarie, la maternità surrogata è stata al centro dell’interesse italiano anche dell’associazione Luca Coscioni, che un anno fa aveva bollato il progetto di Giorgia Meloni con queste parole: “Per punire in Italia un reato compiuto in un altro Paese deve essere considerato un fatto illecito anche lì. È giunto dunque il momento che il Parlamento emani una legge sulla Gravidanza per altri solidale”.

In Italia invece la maternità surrogata è vietata e sanzionata con la reclusione da tre mesi a due anni e una multa che va da 600.000 a un milione di euro.

Il primo sì del Senato alla concezione di reato universale pone al centro non il desiderio e la tutela dei genitori intenzionali, ma la prioritaria tutela dei minori “frutto” della pratica genitoriale per conto di terzi.

Intanto, prescindendo dal piano culturale ed ideologico, la giurisprudenza della Corte EDU afferma la necessità, secondo l’art. 8 CEDU, per i bambini nati mediante maternità surrogata, che anche negli Stati parte che vietino il ricorso a tali pratiche, ottengano un riconoscimento giuridico del «legame di filiazione» con entrambi i componenti della coppia che ne hanno voluto cura e nascita. A stabilirlo è infatti la sentenza Mennesson contro Francia, che di fatto mette ancora una volta l’Italia al confronto con il resto del mondo sul piano dell’evoluzione del concetto di diritto.

Pina Stendardo
Pina Stendardo
Giornalista attenta ai fermenti quotidiani, raccontati con umanità. Convinta che scrivere sia un atto d’amore e responsabilità, ama divulgare il bello dell’Arte e del sociale, proponendo una narrazione alternativa sullo spaccato culturale.

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