Sette anni dalla ferita inferta dal terremoto ad Amatrice. Ricorre oggi l’anniversario della calamità che alle 3.36 del 24 agosto 2016 ha distrutto un intero territorio appenninico.
Il bilancio della ricostruzione è però negativo e risulta ancora una “ferita ancora aperta” come commenta la premier Giorgia Meloni. La ricostruzione non c’è stata, o almeno non è stata completata, causa la lentezza e l’inadempienza negli interventi.
Quattro furono le regioni colpite, trecento i morti, centinaia i feriti, decine di migliaia gli sfollati. Da Amatrice a Norcia, da Accumoli ad Arquata, da Visso a Castelsantangelo sul Nera, da Ussita a Pescara del Tronto, attualmente si registra solo incompiutezza.
Sono più di quattordicimila le famiglie allontanate dai territori natii che non sono ancora tornate alla loro normalità. Il governo intanto promette nuove misure e sinergie di squadra tra il ministro per la Protezione Civile Musumeci, il Commissario Castelli e la Struttura commissariale, le Regioni coinvolte e i 138 Comuni del cratere sta dando buoni risultati.
Cosa accadrà dopo le sollecitazioni rivolte nella giornata di oggi alla politica italiana? L’obbligo è quello di ricostruire i territori e la premier interviene su questo nervo scoperto con le sue dichiarazioni: “Molto rimane da fare per rispondere al desiderio dei nostri connazionali di continuare a vivere dove sono nati e cresciuti. L’Appennino centrale è il cuore d’Italia e chi lo vive è un popolo orgoglioso e capace di rialzarsi. In questi mesi, dopo gli anni della pandemia e lo shock dei prezzi dovuto all’inflazione, si è dato un nuovo impulso alla ricostruzione privata e sono state poste le basi per velocizzare quella pubblica, snellendo le procedure e sostenendo concretamente i soggetti attuatori nelle attività di progettazione e sviluppo delle opere pubbliche. A questo lavoro si accompagna l’impegno prioritario per l’infrastrutturazione stradale delle aree dell’Appennino centrale, per troppi anni dimenticate e trascurate, con investimenti che raggiungono il miliardo di euro, e per porre le condizioni per nuove attività economiche e sociali. Da questo punto di vista l’avanzamento puntuale e il riscontro al programma ‘NextAppennino’, finanziato dal Piano Nazionale Complementare del PNRR per le aree sisma 2009 e 2016, sta dimostrando che è possibile mettere a terra le risorse pubbliche per stimolare investimenti privati e gettare le basi di un nuovo sviluppo”.
Quanto agli investimenti per la ricostruzione, il Ministro Tajani, messo alle strette, informa che sulle erogazioni dei fondi nei primi 6 mesi del 2023 è stata registrata una crescita del 22% rispetto allo stesso periodo del 2022.
Carlo Doglioni, Presidente dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, ricorda con sollecitudine i momenti tragici del terremoto, invitando il governo a soffermarsi anche sull’importanza della prevenzione sismica: “Il 24 agosto 2016 iniziò la tragica sequenza sismica di Amatrice-Visso-Norcia: una ferita che deve ancora rimarginarsi, che ci ha insegnato moltissimo. I terremoti torneranno, non c’è possibilità alcuna di fermarli, ma dobbiamo conoscerli meglio per poterci difendere tramite una prevenzione adeguata che ci permetta un giorno di poterci convivere senza temere perdite di vite e di beni”.
