Si è celebrata oggi, l’apertura del nuovo anno giudiziario 2023 presso la Corte Suprema di Cassazione. La cerimonia si è tenuta dinanzi al presidente della Repubblica Sergio Mattarella e al ministro della Giustizia Carlo Nordio.
Pietro Curzio, Primo presidente della Cassazione, ha illustrato il bilancio giudiziario del 2022:
“L’analisi sui dati dell’amministrazione della giustizia in Italia nell’anno appena trascorso conferma il quadro in chiaroscuro già descritto nelle precedenti relazioni” però si assiste ad un lento ma progressivo miglioramento della situazione. Continua il processo di riduzione del contenzioso, tanto nel civile quanto nel penale, non spetta a noi dare giudizi sulle scelte di politica legislativa che il Parlamento ed il Governo hanno operato. Alla giurisdizione spetta interpretare ed applicare le leggi, tutti i settori del vasto mondo della giustizia. Il programma attuativo originariamente fissato è stato modificato posticipando alcune parti ed anticipandone altre, il che crea motivo aggiuntivo di criticità, occorre un periodo di adattamento e di rodaggio.
Un’ombra inquietante – dice Curzio – rimane per il fatto che circa la metà degli omicidi sono avvenuti nell’ambito dei rapporti familiari ed affettivi e una parte molto consistente, 122 su 310, vede come vittima la donna, spesso ad opera del partner o ex partner. Il dato è ormai costante, anche se proprio nell’anno appena concluso in leggera flessione. Rimane inaccettabile il numero delle morti bianche, che anche quest’anno ha superato il livello di 1000 casi, con l’inquietante ritmo di tre morti al giorno. Nei primi dieci mesi del 2022, le denunce sono aumentate del 32,9% rispetto al 2021 e le malattie professionali hanno visto un aumento delle denunce del 10,6%. Questi dati sono una pesante e grave conferma della situazione di pericolo e rischio nel mondo del lavoro“.
Queste le parole del ministro della Giustizia Carlo Nordio: “Ogni futura riforma, invece, prima di essere affidata alle valutazioni del Parlamento sovrano, si comporrà attraverso l’ascolto di tutte le voci del sistema giustizia, dall’avvocatura, all’accademia e alla magistratura. Autonomia e indipendenza della magistratura costituiscono un pilastro della nostra democrazia, garantita dalla Costituzione”.