Una fuga inscenata per dieci anni, preceduto dall’annuncio di un suicidio: “La faccio finita”. Dalla letteratura alla realtà il passo è breve. Chissà se Adamo Guerra si sia lasciato ispirare dal celebre romanzo di Luigi Pirandello ‘Il fu Mattia Pascal’, in cui il protagonista lascia moglie e figli prendendo un altro nome, per ricominciare una nuova vita fingendosi scomparso.
Sparito nel nulla, proprio come Pascal, tanto da essere ritenuto morto, l’uomo viene poi rintracciato in Grecia, a Patrasso, grazie alla determinazione dell’ex moglie che ricorre al programma ‘Chi l’ha visto?”.
Così l’ex rappresentante di casalinghi ad Imola, dopo il 2013 è ritornato alla luce. Se però Mattia Pascal, poi divenuto Adriano Meis per copertura, si era allontanato da casa per noia familiare; Adamo sembra che abbia annunciato il finto suicidio a causa di problemi economici.
Era il 2013 quando fece perdere le sue tracce mandando tre lettere ai parenti. La sua auto fu trovata ad Ancona ed i carabinieri pensarono si fosse imbarcato per Patrasso.
“Ciao mamma e papà, non avrei mai voluto farvi del male, ma purtroppo è andata sempre male e adesso è arrivato il momento di farla finita. Cercherò di fare bene almeno quest’ultimo passo, per risparmiarvi almeno il dolore del funerale. Mi raccomando solo una cosa, la più importante: date una mano a Raffaella e alle bambine”, scriveva Adamo prima dell’addio.
Pensavano si fosse gettato del traghetto ed invece, a caso archiviato nel 2015 con ipotesi di suicidio, nel 2022 era stato dichiarato vivo dai legali di famiglia che avevano fatto richiesta all’Anagrafe residenti all’estero, di una verifica di identità in Grecia.
Un lieto fine dunque non c’è stato, proprio come nel romanzo pirandelliano. Quando Adriano viene scoperto, torna a casa ma vede che la famiglia è andata avanti e che non può tornare alla vecchia vita di prima. Gli affetti sono mutati dopo essere stati scalfiti dalla presunta morte del capofamiglia.
Lo stesso accade a Raffaella, ex consorte di Adamo, che alla notizia del rinvenimento del consorte, dice su Rai3: “Voleva bene alle sue figlie, e anche noi comunque andavamo d’accordo. Per me non è umano, non è un uomo, non è un padre”.
Adamo è vivo, ma il segno lasciato col suo gesto nella dimensione familiare di origine, è ancora profondo e per quanto arrechi sollievo a chi lo credeva scomparso o defunto, il suo comportamento risulta incomprensibile e sa di chiaro abbandono.