Frattamaggiore, Pd a conduzione familiare e scandali: due croci per Del Prete su cui nessuno parla

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Frattamaggiore(NA). Il ritorno in campo di Luigi Grimaldi ha reso ancora di più infuocato il clima politico in città. L’attuale consigliere comunale a Napoli, consigliere della Città Metropolitana e figura storica della politica frattese, ha annunciato la sua candidatura a sindaco di Frattamaggiore alle prossime Amministrative e lo ha fatto lanciando pesanti accuse nei confronti del sindaco Del Prete e della coalizione di governo. Partendo dal ruolo di Enzo Del Prete, papà del sindaco in carica ed ex primo cittadino sciolto per infiltrazioni camorristiche. Enzo Del Prete è stato il garante del Pd alle ultime primarie per il circolo di Frattamaggiore e risulta in prima fila nei momenti di particolare fibrillazione dei consiglieri ovviamente a tutela del figlio. E Grimaldi è passato all’attacco. Un Pd che vive una guerra interna perché si manifesta come un partito a conduzione familiare. Il segretario Andrea Saviano è come se non esistesse perché Del Prete lo ha portato al Comune nel suo staff, gli ha garantito uno stipendio mensile e gli fa da factotum, da comunicatore e da autista all’occorrenza. Quindi in queste condizioni di dipendenza è facile capire perché non può esercitare liberamente il ruolo di segretario del Pd come garante della sezione che esprime dieci consiglieri comunali tra i quali gente dal calibro di Francesco Russo. Saviano sta mettendo in ginocchio il Pd perché può solo eseguire gli ordini di Del Prete e null’altro. Non è considerato da nessuno e in mancanza di una guida la sezione e il gruppo consiliare sono allo sbando. Ognuno viaggia per proprio conto.

Anche stasera è stata convocata dal capogruppo Enzo Pellino una riunione su due punti importanti: decidere a chi tocca la nomina del presidente dei revisori dei conti e l’ingresso nel Pd di Giuseppe D’Ambrosio, ex di destra, ex Udc, ex Verdi, ex tutto. D’Ambrosio negli anni passati ha accusato di tutto sindaco in carica e consiglieri del Pd al punto da guadagnarsi anche una querela per diffamazione dal primo cittadino. Adesso Del Prete o vuole nel Pd per continuare a sterilizzare una eventuale azione che potrebbe partire da settori del gruppo consiliare ma sulla strada di D’Ambrosio c’è una storia di incompatibilità coi vertici democratici che sbarra la strada al suo tesseramento tranne che il Pd non deve veramente diventare ancora di più la bancarella del torrone.

Sulla nomina del presidente dei revisori dei conti, invece, il presidente dell’Assise, Di Marzo, vorrebbe anche questo incarico per un suo fedelissimo, tra l’altro già in carica. Lasciando a bocca asciutta gli altri. Del Prete ha deciso che i consiglieri legati a Francesco Russo devono essere emarginati, sostenere l’amministrazione, votare atti senza partecipazione e restare pure in silenzio. Devono, insomma, sostenere un’amministrazione senza farne parte e stare pure in silenzio. Un ragionamento politico che rasenta il ridicolo. Russo non ha certo bisogno di poltrone per esprimere il suo potenziale ma la sua figura autorevole gli impone, come sta facendo, di dare una mano al Pd e alla città. Del Prete non lo ha compreso così come non ha compreso che se Russo decide di scendere in campo e rimettere le cose a posto, per l’amministrazione sarebbe la fine verificate le falle che pure ci sono in tutti i settori ma fino a qui nessuno ne parla. Com’è possibile che una componente dii due consiglieri comunali, quella di Di Marzo e Pellino, detenga la presidenza del civico consesso, il capogruppo del Pd e chiede ancora incarichi e poltrone a discapito di consiglieri e componenti pure più numerose sul fronte dei numeri totalmente escluse da organismi politici e amministrativi? Questa ennesima forzatura sul presidente dei revisori dei conti a cosa serve? Questo clima di assalto alla diligenza dei fedelissimi di Del Prete rischia solo di far saltare il banco verificato gli instabili equilibri in aula e nel partito.

Anche perché c’è il tema dei consiglieri comunali denunciati alla Procura per abusi edilizi. Chi sono? Nessuno ne parla in via ufficiale ma al Comune, nei corridoi, il tema è stato affrontato e i fedelissimi di Del Prete spiegano che non è un problema. Come se non ci fosse relazione tra comportamenti pubblici e privati di amministratori pubblici. Cioè secondo questi soggetti è normale che al Comune lo stesso soggetto può predicare legalità e preoccuparsi dello sviluppo sano del territorio e d pomeriggio, nella sua veste di tecnico, procedere liberamente a realizzare abusi edilizi sui cantieri in città. Una follia che dimostra quanto l’argine al Municipio sia basso e soprattutto con quali valori parte della classe dirigente si approcci al governo della città.
Tutto questo in un clima di totale e condivisa omertà. Non a caso appena si sollevano problemi seri partono offese e delegittimazioni verso chi ne parla ma nessuno entra nei contenuti. La domanda è sempre la stessa: possibile che questa città sia governata da soggetti protagonisti di comportamenti illegali, addirittura denunciati alla Procura per abusi edilizi, e la cosa non interessi nessuno? Perché non pretendere chiarezza pubblicamente e alla luce del sole? Perché la città non deve sapere? Perché in aula nessuno ha affrontato il tema dell’inchiesta giudiziaria sugli appalti del sociale finiti nel mirino dei clan? Sono stati assunti provvedimenti? Quali? I cittadini perché non lo devono sapere e tutto deve essere avvolto nell’alone del silenzio e dare la sensazione di avere di fronte un contesto omertoso?

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