Messa in libertà di un migrante illegale. A deciderlo è stato un giudice di Catania ritenendo il provvedimento garanzia dei diritti della persona, secondo le norme Ue.
Il Tribunale di Catania affronta per la prima volta la nuova disciplina del trattenimento nell’ambito della procedura accelerata in frontiera per i richiedenti. Si avvale della rigidità della Costituzione italiana sostenendo “che non può essere violata dalla legge ordinaria interna”.
Giorgia Meloni, impegnata sul fronte internazionale nel gestire l’emergenza Lampedusa dello sbarco migranti e la lotta allo sfruttamento clandestino, commenta così questa scelta giuridica, analizzando il contesto italiano in cui è avvenuta: “Siamo di fronte a una pressione migratoria senza precedenti, dovuta all’instabilità di vaste aree dell’Africa e del Medio Oriente – dice la premier – Il Governo italiano lavora ogni giorno per fronteggiare questa situazione e contrastare l’immigrazione illegale di massa. Lo facciamo con serietà a ogni livello: coinvolgendo gli altri Stati europei e stringendo accordi con i Paesi africani per fermare le partenze dei barconi e distruggere la rete dei trafficanti di esseri umani. E con norme di buon senso per facilitare le espulsioni di chi non ha diritto a essere accolto”.
Ad un post Facebook Meloni affida il suo sfogo, oltre che il suo disappunto, a cui si unisce la visione di tutto il partito Fdl.
E mentre la segretaria del PD Elly Schlein la taccia di alimentare lo scontro istituzionale, la premier ribatte parlando di “un lavoro difficile che può portare a risultati concreti, anche se nel frattempo un pezzo di Italia fa di tutto per favorire l’immigrazione illegale, sostenendo i propri ricchi interessi nell’accoglienza”.
Il Presidente del Consiglio attacca così la sinistra e si dice basita per la sentenza del giudice di Catania che rimette in libertà un clandestino destinato all’espulsione.
“Con motivazioni incredibili (le caratteristiche fisiche del migrante, che i cercatori d’oro in Tunisia considerano favorevoli allo svolgimento della loro attivita”) si rimette in libertà un immigrato illegale, dichiarando unilateralmente la Tunisia Paese non sicuro (compito che non spetta alla magistratura) e scagliandosi contro i provvedimenti di un governo democraticamente eletto. Non è la prima volta che accade e purtroppo non sarà ‘ultima. Ma continueremo a fare quello che va fatto per difendere la legalità e i confini dello Stato italiano. Senza paura”.
A questo punto anche Matteo Salvini prende atto delle lamentele della collega e della querelle italiana che sta minando la visione unanime del Paese sulla questione migranti ed auspica una più celere riforma della Giustizia.
“La Lega chiederà conto del comportamento del giudice siciliano in Parlamento, perché i tribunali sono sacri e non possono essere trasformati in sedi della sinistra”. Così il vicepremier e ministro dei Trasporti, Matteo Salvini.