Una vita per il teatro e la recitazione, culminata nell’amore condiviso con il padre Vittorio Gassman e il marito e collega Ugo Pagliai. Si è spenta a Roma, a 78 anni Paola Gassman, l’attrice di origini milanesi, sorellastra di Vittoria Gassman, Alessandro Gassmann e Jacopo Gassman.
Proprio il noto fratello Alessandro le rivolge un sentito saluto su X: “Ciao sorella mia. Sei sempre stata la più saggia di tutti noi, la più rassicurante , la più equilibrata e simpatica. Ti vorrò per sempre bene, come tutti quelli che ti hanno conosciuta“. A lui si aggiunge l’accorato commiato che le tributa il Teatro Manzoni di Roma, attraverso la voce del direttore Pietro Longhi: “ll Teatro Manzoni di Roma esprime tutto il suo dolore per la perdita di Paola Gassman, una grande amica, prima di tutto, e una grande attrice, amatissima anche dal nostro pubblico che l’ha vista tante volte sul nostro palco”.
Nata dalla relazione di papà Vittorio con l’attrice Nora Ricci, la donna si è spenta dopo una lunga malattia. Ad annunciare la scomparsa è stato il marito Ugo Pagliai.
Formatasi presso l’Accademia nazionale d’arte drammatica “Silvio D’Amico”, trascorse i primi anni di lavoro nella compagnia Teatro Libero diretta dal regista Luca Ronconi. Con il teatro impegnato nello spettacolo “Orlando Furioso” Paola girò tutta Europa, approdando perfino negli Stati Uniti, omaggiando autori come Euripide, Goldoni, Pirandello.
Nel 1975 approdò sul piccolo schermo con una serie trasmessa su Rai 1, dove recitò accanto a Massimo Foschi (Orlando) e Ottavia Piccolo (Angelica), senza dimenticare il mestiere di teatrante in spettacoli come “La tragedia del vendicatore” per la regia di Ronconi e “Cucina” diretta da Lina Wertmuller. Oltre 50 anni trascorsi sul palcoscenico e l’amore per la poesia sono stati i compagni di viaggio di un’artista valida, mai sopra le righe, che ha onorato il mondo del teatro con rispetto e solennità, proprio come si conviene ad una figlia d’arte che tra le sfumature della prosa ha costruito fin da bambina tutta la sua esistenza, senza seguire il clamore del successo, vivendo semplicemente la recitazione come un mestiere a cui essere totalmente devota.